giovedì 2 aprile 2015

29/03/2015: Rovigo Half Marathon. Rovigo (RO).


Una parte degli storici Run4Fun

No! Non ho sbagliato a scrivere la data, non vi state nemmeno sbagliando a leggerla! Sono davvero passati quasi 2 anni dall'ultima volta che ho spillato un pettorale su di una maglietta da running.
Sono stati anni difficili, principalmente dal punto di vista sportivo, ma non solo.

Non voglio tediarvi con pedanti riassunti sulla condizione della fascite plantare che mi fa zoppicare da tempo, non vi voglio parlare di visite, terapie, pareri, tempo e denaro sprecato nel tentativo di trovare almeno un colpevole per questa mia assenza forzata. 
Voglio invece parlarvi delle cose positive, delle sensazioni di euforia, di gioia, ma anche di ansia e timore che si provano già da qualche giorno prima della gara. Sensazioni che non avevo completante dimenticato, ma che erano oramai solo un lontano ricordo, offuscate, sopite, ma che, come braci che ardono sornione sotto la cenere, non hanno tardato, con l'aiuto di un rivolo d'aria, a ridiventare un fuoco ardente.
L'aria è stata quella del mio capoluogo di provincia,Rovigo, unica città del circondario colpevolmente orfana, fino a domenica scorsa, di una competizione podistica su di una distanza tra le più belle: la mezza maratona.
Una prima edizione è per me un esca troppo golosa, un po come il ritornello di "ammazzalavecchia" per Roger Rabbit, così, con il classico colpo di testa chiamo Michele per farmi iscrivere nella lista dei partenti. L'idea era quella di correre un 10.000, tanto per saggiare se fossi stato in grado di coprire quella distanza senza fermarmi e senza grossi problemi muscolari, l'idea poi si è modificata durante la gara, ma questa è un'altra storia come direbbe Lucarelli. 
Preparare la borsa la sera precedente, aspettare che arrivino gli amici in macchina, il viaggio, l'eterna diatriba su maglia lunga o maglia corta, una serie infinita di emozioni una dietro l'altra che sono culminate con l'intruppamento dietro il gonfiabile, le voci, gli odori, i colori degli altri podisti ed infine "l'orgasmo" dello sparo.

Il resto è solo gioia, anche quando al decimo chilometro, lusingato dal mio compagno di avventura Cristiano decido di proseguire entrando in un mondo sconosciuto da tempo, o al quindicesimo quando il mio corpo mi ha ricordato che sarebbe ora di fermarsi ma oramai ero troppo lontano dall'arrivo per pensare ad una passeggiata a ritroso, fino agli ultimi due dove ebbro di endorfine ho persino tentato di accelerare staccando il mio fraterno amico inseguendo chissà quale fantasma di me stesso. 
Arrivo, taglio il traguardo alzo le mani in un gesto allo stesso tempo liberatorio e scaramantico e blocco il cronometro sotto l'ora e 55. Dopo le foto di rito, mi aggiro per la piazza gremita, con la medaglia al collo ed il sorriso ebete che avrebbe un ragazzo che ha appena ottenuto un appuntamento dalla più bella ragazza del liceo, consapevole che dentro al mio petto batte ancora un cuore malato di corsa.
Let's run4fun!





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