venerdì 7 agosto 2015
20/07/2015: Filosofia da bar sport, in una rovente estate italiana. Porto Viro (RO).
Ci sono momenti nei quai sei preso da mille impegni, la frenesia, l'ansia da prestazione (e non intendo quella sessuale) non ti permettono di soffermarti sul significato di quello che in quel momento stai cercando faticosamente di portare a temine.
Che sia un lavoro, un titolo di studio, un progetto particolare ... tutto quello che occupa un parte del tuo tempo, una frazione seppur infinitesimale della tua vita ha un significato, uno scopo, una missione ben precisa che, dicevo, talvolta rischia di non essere più riconoscibile.
Così ti ritrovi a fare il punto della situazione, a tirare delle inopportune e premature somme su quello che hai fatto, che stai facendo o che ti riprometti di fare nel prossimo futuro.
Tra gli addendi, inevitabilmente, finisce anche questo blog, questo coacervo di pensieri più o meno significativi, questo fiume di parole dove il comune denominatore è lo sport e l'amicizia.
- "Ha senso spendere tanto tempo e tante riflessioni su questa pagina virtuale? Quale è il famoso fine a cui votare tanta passione?"
Non esiste una risposta, o perlomeno non esiste una risposta "giusta" alle domande in questione.
Lo scopo di tutte le nostre fatiche è, spesso ed un po' egoisticamente, la spasmodica ricerca della "felicità", di quel piccolo benessere interiore che ogni uno di noi trova in posti e modi diversi.
Le emozioni vissute durante le gare, il piacere di trovarsi in compagnia di persone che condividono la tua stessa passione ti avvicinano a quell'euforia che ti spinge, come una droga, a cercare ancora quei brividi, quelle sensazioni.
Ecco che magari decidi di scriverle, di provare a fissare quegli istanti, quella fatica, quelle risate; un po' perché vorresti che un giorno, rileggendole, potessero tornare ad affollare la tua mente, a drogare il tuo cervello, un po' anche per esercizio di stile, per metterti ulteriormente alla prova, per vedere se quei brividi possono percorrere anche la spina dorsale di un tuo eventuale lettore.
Poi, ogni tanto, incontri qualcuno che ti dice che legge con assiduità i tuoi scritti e ti ringrazia perché quelle emozioni che tu hai mescolato con le parole, sono emerse dalle righe e lo hanno travolto, drogato, fatto sognare ... e allora capisci che la risposta alle tue domande è :"Si, ne vale la pena!". Perché il piacere di donare, siano pure soltanto emozioni, è una gratificazione senza prezzo!
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lunedì 25 maggio 2015
23/05/2015: 5^ MOONLIGHT HALF MARATHON. JESOLO (VE)
Quello che mi accingo a scrivere è il post numero 101. Non ricordo tutte e cento le gare disputate ma sono sicuro che in tutte mi sono divertito, che in tutte ho messo passione, fatica, impegno ma anche gioia di vivere e piacere di stare con gli amici; sono certo che ogni una delle cento competizioni a cui ho preso parte ha scritto una piccola ma preziosa parola nel meraviglioso romanzo della mia vita.
Bene.
Dopo questo preambolo strappalacrime voglio raccontarvi la mia mezza di Jesolo, gara che mi ha visto partecipare in varie vesti in quasi tutte le sue cinque edizioni, ma che quest'anno mi ha regalato delle soddisfazioni insperate.
Le premesse non erano delle migliori, da una settimana non facevamo altro che guardare le previsioni del tempo sperando che quelle dannate nuvole con la "goccina" previste per sabato 23 sparissero dallo schermo lasciando il posto ad un bel sole. Come spesso accade, però, quando le aspettative non sono altissime è facile che esca qualcosa di buono sulla ruota della soddisfazione. Ed è stato così che da quello che ci aspettavamo fosse un durissimo e bagnatissimo sabato sera è uscita una delle più belle giornate di sport e divertimento, da che ho memoria di podista.
Partiamo poco prima delle 14:00 carichi di speranze come le nuvole sopra le nostre teste lo erano di pioggia, ma noncuranti e baldanzosi come delle reclute in libera uscita.
Autovettura al gran completo con me alla guida, Denis a fare da navigatore e dietro, strettini ma felici di esserlo, Paolo, Francesca ed uno stanchissimo Andrea. Una volta recuperati Marco e Mike, che viaggiavano su di uno "sprintosissimo" pandino rosso, ci lasciamo cullare dalla radio e dal ritmo dei tergicristalli fino a destinazione senza particolari intoppi.
L'unica novità, ed imprevisto per noi, era la nuova zona partenza spostata quest'anno alla diga di Punta Sabbioni, location, questa, a cavallo tra la meraviglia della laguna con vista su Venezia e la desolazione del cantiere del Mose.
Ci raggiungono di li a poco anche Gianluca, Michele, Enrico, Walter, Emiliano ed altri amici del G.P. Avis Taglio di Po, siamo veramente in tanti questa sera e, fortunatamente, qualcuno lassù ci vuole davvero bene,dato che facendo magicamente smettere di piovere ci risparmia 2 ore di attesa sotto l'acqua, cosa che avrebbe fiaccato il morale del più ottimista e convinto dei runners.
Mantengo volentieri la promessa fatta al mio amico Denis già da qualche giorno, e così ci troviamo a "veleggiare" senza troppa fatica nella nostra target zone prevista per questa gara tra i 4.45 e i 4.50 min/km. Noto con piacere, ed anche con un pizzico di incredulità, che il mio socio non molla il colpo e con respiro cadenzato e passo spedito mi tallona e spesso mi precede. Il "patto" prevede lo svincolo dalle promesse di mutua assistenza dopo il 15esimo chilometro; conosco bene questa strategia che più di una volta mi ha dato parecchie soddisfazioni anche se non dal punto di vista cronometrico, ed infatti, anche stavolta, arriviamo al momento di fare gara individuale in ottimo stato tanto che nessuno dei due riesce ad allungare in maniera significativa. Sarà il cavalcavia sul fiume Sile, indicato dal programma come il punto più duro del tracciato, a fare da spartiacque nell'evolversi della competizione. Lo affrontiamo entrambi con grinta e vedendo davanti a se uno dei nostri amici del gruppo, Denis accelera per sorpassarlo assestandogli un gancio morale che, scopriremo più tardi, faticherà a smaltire. Io lo marco stretto e durante la discesa ho il timore di vederlo scappare via. Come quando, da ragazzo ero in sella al mio Bravo Piaggio, giro la levetta della miscela su "Riserva" e provo ad assestare una zampata più psicologica che fisica al mio compagno d'avventura impostando un' andatura attorno ai 4.25 min/km. La mossa funziona, Denis rallenta mentre io mi sento letteralmente un treno ad alta velocità lanciato a 300 km/h ed inizio un 4000 con la freccia perennemente accesa sorpassando, complice una partenza nelle retrovie, decine di corridori. Arrivo al traguardo, inforco la medaglia e dopo qualche attimo torno sui miei passi per vedere l'arrivo di Denis, 56 "lunghissimi" secondi dopo il mio.
Alla fine Andrea sarà il migliore di tutta la compagine del G.P. Avis Taglio di Po, chiudendo qualche secondo dopo l' 1.29. Stellare! Un 1.44 e spiccioli per Francesca e un soddisfacente 1.47 per Paolo.
Chiusura con Bio-Pizza, mangiata dopo un involontario scarico defaticante di altri 3 km per il corso di Jesolo che ho scoperto essere divenuta una sorta di Las Vegas d'italia, dato l'anormale ed esorbitante numero di addii al celibato/nubilato che vi si celebrano.
Arrivederci Jesolo.
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lunedì 18 maggio 2015
17/05/2015: 1^ Corri in Sacca. Porto Tolle (RO).
Era partito tutto un po in sordina e questa sensazione, a cavallo tra l'esclusività e l'ignoranza ha pervaso tutta questa bellissima giornata trascorsa nel "MIO" delta del Po.
Fatico a fare una cronaca distaccata ed obiettiva di quella che non è stata, e non voleva nemmeno essere, una gara podistica ma un viaggio, una esperienza sensoriale dentro il nostro magnifico delta e dentro ognuno di noi, che ci ha permesso di ritrovare la consapevolezza di vivere, a volte colpevolmente ignari del fatto, in uno dei posti più belli d'europa.
Ci ritroviamo, io e mia moglie, Denis e signora, Andrea purtroppo orfano della moglie, Paolo e Filippo con moglie e figlia, poco più tardi delle 8 di mattina, nella piazza principale del comune di Porto Tolle.
Eravamo già stati informati sulla necessità di prenotare con anticipo per poter usufruire dell'escursione nelle acque del grande fiume, piatto forte del ricco programma giornaliero, e quindi con calma abbiamo iscritto noi, mogli e figli, alle rispettive iniziative, chi la corsa di 11 km e chi la camminata di 8.
il viaggio in barca è stato meraviglioso. Complice una giornata di deciso stampo estivo e l'allegra compagnia, l'ora che ci separava dalla partenza situata dietro il comune di Porto Tolle, all'attracco in località Bonelli, è letteralmente volata. Filippo, che in questi luoghi ha lavorato a lungo, ci faceva da cicerone, spiegando a noi e agli altri compagni di viaggio, i posti i nomi dei rami del fiume e le opere idrauliche che incontravamo lungo il percorso.
Una volta giunti a destinazione la puntuale organizzazione curata dal Gruppo podistico Porto Tolle, ci ha accompagnati fino alla locale azienda agricola dove era stata allestita la partenza.


Un'esperienza trasversale che ripeteremo sicuramente nella prossima edizione, nella speranza che le buone idee anche se talvolta poco valorizzate, possano gettare il seme per nuovi progetti come questo, in un futuro non troppo lontano.
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venerdì 24 aprile 2015
19/04/2015:15^ Camminata dell'asparago. Mesola (FE).
La sveglia suona di buon'ora nonostante la domenica, ma devo dire che faccio volentieri questo sacrificio purché il mio piede mi conceda ancora il lusso di infilare le scarpe da corsa e affrontare qualche manciata di chilometri.
La strada da aggredire, stavolta, è quella della ridente Mesola che, come di consueto, complice una bella giornata primaverile, ha organizzato con successo la 15a camminata dell'asparago.
Questa domenica, non voglio pensieri, mi faccio venire a prendere da Andrea e Denis e mi lascio trasportare dalla corrente come una foglia secca in balia dei flutti.
Arriviamo a Mesola con sufficiente anticipo per permettermi di ricucire le mille relazioni social-podistiche che due anni di assenza hanno inevitabilmente, ma non irrimediabilmente, compromesso, nonostante ciò tra saluti e pacche sulle spalle l'ora dello start arriva con sorprendente sollecitudine .
Il programma, studiato a tavolino con Denis, era quello di mantenere un passo constante fino al settimo chilometro facendo una corsa parsimoniosa, per poi accelerare e dare fondo alle energie residue senza l'obbligo di aspettarsi reciprocamente.
Tutto ha funzionato alla perfezione, corro 7 km assieme al mio "socio" e poi "scalo la marcia" sperando che lui mi segua, cosa che malauguratamente non accade e mi trovo quindi a gestire in solitaria la mia "piccola" rimonta, fatta di colori magliette delle persone che mi precedevano e che puntualmente supero sbuffando come una locomotiva.
Il traguardo sembra non arrivare mai e quando, alla fine, passato il sottopasso lo stradone alberato mi lascia scorgere il gonfiabile della finish-line lo sbuffo diventa un rantolo, do fondo alle ultime energie improvvisando un testa a testa, che vincerò, con il runner che mi precedeva. Fermo il cronometro a 49 minuti e spicci, ben lontano dai 46 e rotti del 2012, ma abbastanza buono per considerare quello di oggi un onorevole rientro sulle brevi distanze.

Denis, che ha mantenuto un' andatura costante arriva dopo pochissimo, mentre il "fornaio volante" Andrea, che quest'anno sembra proprio appartenere ad un'altra categoria, chiude attorno ai 44 secondi.
Buone corse a tutti.
Let's run4fun!
La strada da aggredire, stavolta, è quella della ridente Mesola che, come di consueto, complice una bella giornata primaverile, ha organizzato con successo la 15a camminata dell'asparago.
Questa domenica, non voglio pensieri, mi faccio venire a prendere da Andrea e Denis e mi lascio trasportare dalla corrente come una foglia secca in balia dei flutti.
Arriviamo a Mesola con sufficiente anticipo per permettermi di ricucire le mille relazioni social-podistiche che due anni di assenza hanno inevitabilmente, ma non irrimediabilmente, compromesso, nonostante ciò tra saluti e pacche sulle spalle l'ora dello start arriva con sorprendente sollecitudine .
Il programma, studiato a tavolino con Denis, era quello di mantenere un passo constante fino al settimo chilometro facendo una corsa parsimoniosa, per poi accelerare e dare fondo alle energie residue senza l'obbligo di aspettarsi reciprocamente.
Il traguardo sembra non arrivare mai e quando, alla fine, passato il sottopasso lo stradone alberato mi lascia scorgere il gonfiabile della finish-line lo sbuffo diventa un rantolo, do fondo alle ultime energie improvvisando un testa a testa, che vincerò, con il runner che mi precedeva. Fermo il cronometro a 49 minuti e spicci, ben lontano dai 46 e rotti del 2012, ma abbastanza buono per considerare quello di oggi un onorevole rientro sulle brevi distanze.
Denis, che ha mantenuto un' andatura costante arriva dopo pochissimo, mentre il "fornaio volante" Andrea, che quest'anno sembra proprio appartenere ad un'altra categoria, chiude attorno ai 44 secondi.
Buone corse a tutti.
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martedì 14 aprile 2015
12/04/2015: Maratonina dei Dogi: Mira (VE).
La Grande sfida, si è conclusa... e l'epilogo è stato quello più prevedibile.
Nessun colpo di scena, nessuna "piece" teatrale, niente risultati a sorpresa. Nonostante gli sforzi di tutti, come dice giustamente il mio amico Cristiano, nella corsa non si può barare, non serve vivere di espedienti o sperare che la nostra buona stella ci permetta di tirare sempre fuori il coniglio dal cilindro.
La corsa, come una metafora della vita, premia l'impegno, la costanza e il lavoro svolto. Per questo l'ordine di arrivo dei tre storici Run4Fun (Denis, Davide, Cristiano) non deve sorprendere.
Denis "Zizza" Laurenti, arriva da un inverno fatto di lunghi, di ripetute e di maratone. Io, al contrario, posso scrivere sul mio personale librettino la sola mezza di Rovigo, mentre Cristiano fatica a ritagliarsi spazi di allenamento con la continuità che sarebbe necessaria per una preparazione meno approssimativa.
Tuttavia la competizione c'è stata davvero anche se, a dire il vero si è svolta più a livello psicologico che fisico. I trucchetti, talvolta anche sporchi, ancorché innocenti e divertenti di Cristiano hanno allietato i giorni precedenti e tutte le fasi del pre-gara coinvolgendo tutti in un clima di allegra goliardia, che ha stemperato il palpabile agonismo che serpeggiava.
A lato della sbandierata, acclamata e mediatica sfida ufficiale tra "Lo Zizza" e "Il Bobone" mi sono inserito io, con la celata presunzione che, un passo falso di Denis, famoso per dare il massimo nei primi chilometri salvo poi spesso desistere sulla distanza, potesse permettermi di portarmi a casa il trofeo, che a causa principalmente dei miei malanni fisici, non ha mai visto la mensola di casa mia.
Niente cronaca della gara, non è questo lo scopo di questo blog, se non per dirvi che come nelle migliori competizioni, non sono mancati ogni sorta di tatticismi sulle strade della riviera del brenta. Denis parte veloce, assieme ad Andrea e Patrizio. Molto più indietro io, Cristiano e Francesca, con l'intenzione di fare una gara tattica impostando un ritmo costante.
La summa ultima vedrà Denis rallentare vistosamente al 15 km e chiudere in 1.43, Patrizio faticare per portare a casa un sempre onesto 1.40, Andrea "volare" al traguardo fermando il cronometro ad 1.33, io, come da programma 1.44, mentre Cristiano, dopo essere stato raggiunto da me al 12 km e da Francesca al 15-esimo, finisce in 1.50 e Francesca dopo aver raggiunto Cristiano, viene assalita dal solito dolore al ginocchio e "zoppica" fino al traguardo in 1.56.
Grazie a tutti, comprese Erika ed Emanuela e Paolo che ci hanno supportato, per questa bella domenica di sport, amicizia e divertimento.
Alla prossima.
Let's Run4Fun.
Nessun colpo di scena, nessuna "piece" teatrale, niente risultati a sorpresa. Nonostante gli sforzi di tutti, come dice giustamente il mio amico Cristiano, nella corsa non si può barare, non serve vivere di espedienti o sperare che la nostra buona stella ci permetta di tirare sempre fuori il coniglio dal cilindro.
La corsa, come una metafora della vita, premia l'impegno, la costanza e il lavoro svolto. Per questo l'ordine di arrivo dei tre storici Run4Fun (Denis, Davide, Cristiano) non deve sorprendere.
Denis "Zizza" Laurenti, arriva da un inverno fatto di lunghi, di ripetute e di maratone. Io, al contrario, posso scrivere sul mio personale librettino la sola mezza di Rovigo, mentre Cristiano fatica a ritagliarsi spazi di allenamento con la continuità che sarebbe necessaria per una preparazione meno approssimativa.
Tuttavia la competizione c'è stata davvero anche se, a dire il vero si è svolta più a livello psicologico che fisico. I trucchetti, talvolta anche sporchi, ancorché innocenti e divertenti di Cristiano hanno allietato i giorni precedenti e tutte le fasi del pre-gara coinvolgendo tutti in un clima di allegra goliardia, che ha stemperato il palpabile agonismo che serpeggiava.
A lato della sbandierata, acclamata e mediatica sfida ufficiale tra "Lo Zizza" e "Il Bobone" mi sono inserito io, con la celata presunzione che, un passo falso di Denis, famoso per dare il massimo nei primi chilometri salvo poi spesso desistere sulla distanza, potesse permettermi di portarmi a casa il trofeo, che a causa principalmente dei miei malanni fisici, non ha mai visto la mensola di casa mia.
Niente cronaca della gara, non è questo lo scopo di questo blog, se non per dirvi che come nelle migliori competizioni, non sono mancati ogni sorta di tatticismi sulle strade della riviera del brenta. Denis parte veloce, assieme ad Andrea e Patrizio. Molto più indietro io, Cristiano e Francesca, con l'intenzione di fare una gara tattica impostando un ritmo costante.
La summa ultima vedrà Denis rallentare vistosamente al 15 km e chiudere in 1.43, Patrizio faticare per portare a casa un sempre onesto 1.40, Andrea "volare" al traguardo fermando il cronometro ad 1.33, io, come da programma 1.44, mentre Cristiano, dopo essere stato raggiunto da me al 12 km e da Francesca al 15-esimo, finisce in 1.50 e Francesca dopo aver raggiunto Cristiano, viene assalita dal solito dolore al ginocchio e "zoppica" fino al traguardo in 1.56.
Grazie a tutti, comprese Erika ed Emanuela e Paolo che ci hanno supportato, per questa bella domenica di sport, amicizia e divertimento.
Alla prossima.
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Mira VE, Italia
giovedì 2 aprile 2015
29/03/2015: Rovigo Half Marathon. Rovigo (RO).
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Una parte degli storici Run4Fun |
No! Non ho sbagliato a scrivere la data, non vi state nemmeno sbagliando a leggerla! Sono davvero passati quasi 2 anni dall'ultima volta che ho spillato un pettorale su di una maglietta da running.
Sono stati anni difficili, principalmente dal punto di vista sportivo, ma non solo.
Non voglio tediarvi con pedanti riassunti sulla condizione della fascite plantare che mi fa zoppicare da tempo, non vi voglio parlare di visite, terapie, pareri, tempo e denaro sprecato nel tentativo di trovare almeno un colpevole per questa mia assenza forzata.
Voglio invece parlarvi delle cose positive, delle sensazioni di euforia, di gioia, ma anche di ansia e timore che si provano già da qualche giorno prima della gara. Sensazioni che non avevo completante dimenticato, ma che erano oramai solo un lontano ricordo, offuscate, sopite, ma che, come braci che ardono sornione sotto la cenere, non hanno tardato, con l'aiuto di un rivolo d'aria, a ridiventare un fuoco ardente.
L'aria è stata quella del mio capoluogo di provincia,Rovigo, unica città del circondario colpevolmente orfana, fino a domenica scorsa, di una competizione podistica su di una distanza tra le più belle: la mezza maratona.
Una prima edizione è per me un esca troppo golosa, un po come il ritornello di "ammazzalavecchia" per Roger Rabbit, così, con il classico colpo di testa chiamo Michele per farmi iscrivere nella lista dei partenti. L'idea era quella di correre un 10.000, tanto per saggiare se fossi stato in grado di coprire quella distanza senza fermarmi e senza grossi problemi muscolari, l'idea poi si è modificata durante la gara, ma questa è un'altra storia come direbbe Lucarelli.
Preparare la borsa la sera precedente, aspettare che arrivino gli amici in macchina, il viaggio, l'eterna diatriba su maglia lunga o maglia corta, una serie infinita di emozioni una dietro l'altra che sono culminate con l'intruppamento dietro il gonfiabile, le voci, gli odori, i colori degli altri podisti ed infine "l'orgasmo" dello sparo.
Il resto è solo gioia, anche quando al decimo chilometro, lusingato dal mio compagno di avventura Cristiano decido di proseguire entrando in un mondo sconosciuto da tempo, o al quindicesimo quando il mio corpo mi ha ricordato che sarebbe ora di fermarsi ma oramai ero troppo lontano dall'arrivo per pensare ad una passeggiata a ritroso, fino agli ultimi due dove ebbro di endorfine ho persino tentato di accelerare staccando il mio fraterno amico inseguendo chissà quale fantasma di me stesso.
Arrivo, taglio il traguardo alzo le mani in un gesto allo stesso tempo liberatorio e scaramantico e blocco il cronometro sotto l'ora e 55. Dopo le foto di rito, mi aggiro per la piazza gremita, con la medaglia al collo ed il sorriso ebete che avrebbe un ragazzo che ha appena ottenuto un appuntamento dalla più bella ragazza del liceo, consapevole che dentro al mio petto batte ancora un cuore malato di corsa.
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Non voglio tediarvi con pedanti riassunti sulla condizione della fascite plantare che mi fa zoppicare da tempo, non vi voglio parlare di visite, terapie, pareri, tempo e denaro sprecato nel tentativo di trovare almeno un colpevole per questa mia assenza forzata.
Voglio invece parlarvi delle cose positive, delle sensazioni di euforia, di gioia, ma anche di ansia e timore che si provano già da qualche giorno prima della gara. Sensazioni che non avevo completante dimenticato, ma che erano oramai solo un lontano ricordo, offuscate, sopite, ma che, come braci che ardono sornione sotto la cenere, non hanno tardato, con l'aiuto di un rivolo d'aria, a ridiventare un fuoco ardente.
L'aria è stata quella del mio capoluogo di provincia,Rovigo, unica città del circondario colpevolmente orfana, fino a domenica scorsa, di una competizione podistica su di una distanza tra le più belle: la mezza maratona.
Una prima edizione è per me un esca troppo golosa, un po come il ritornello di "ammazzalavecchia" per Roger Rabbit, così, con il classico colpo di testa chiamo Michele per farmi iscrivere nella lista dei partenti. L'idea era quella di correre un 10.000, tanto per saggiare se fossi stato in grado di coprire quella distanza senza fermarmi e senza grossi problemi muscolari, l'idea poi si è modificata durante la gara, ma questa è un'altra storia come direbbe Lucarelli.


Arrivo, taglio il traguardo alzo le mani in un gesto allo stesso tempo liberatorio e scaramantico e blocco il cronometro sotto l'ora e 55. Dopo le foto di rito, mi aggiro per la piazza gremita, con la medaglia al collo ed il sorriso ebete che avrebbe un ragazzo che ha appena ottenuto un appuntamento dalla più bella ragazza del liceo, consapevole che dentro al mio petto batte ancora un cuore malato di corsa.
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