Sembra il titolo di un libercolo
pruriginoso che racconta le vicissitudini sessuali di qualche ex adolescente, ma
è esattamente la frase che descrive questa mia maratona in terra
teutonica.
Le ipotesi su come avremmo corso questa
gara berlinese hanno attraversato tutto lo spettro degli umori e delle opinioni
umane. A gennaio quando ci siamo iscritti, si vociferava di una gara veloce,
senza troppi saliscendi e con la possibilità di regalarci il nostro personale
sulla distanza. Poi le vicissitudini di carattere squisitamente medico che ci
hanno colpiti hanno modificato i rispettivi approcci alla gara. Se da un lato
Gianluca e Michele vedevano la loro condizione crescere di giorno in giorno,
dall'altro io, Denis e Cristiano combattevamo a vari livelli contro fasciti,
pubalgie, tendiniti, stiramenti e chi più ne ha più ne metta. Vi risparmio il
tedioso elenco di tutte le "magagne" che ci hanno perseguitato durante tutta
l'estate del 2010, cosa che ci ha ovviamente impedito di allenarci e di
presentarci all'appuntamento con la 37^ Berlin marathon in uno stato di forma
che ci permettesse di aspirare a un qualsiasi risultato cronometrico. Tant'è che
gli obiettivi sono mutati sino ad arrivare, alla vigilia della partenza, ad
aspirare di giungere al traguardo entro il tempo massimo.
Stavolta le famiglie , a differenza della
trasferta newyorchese,ci hanno accompagnato in questa avventura, e devo dire,
che nonostante la faticosissima impresa di mettere d'accordo e far muovere per
le vie e le metropolitane di Berlino, otto adulti (solo fuori), 7 bambini ed un
passeggino, la vacanza è stata davvero gradevolissima. Del resto il gruppo era
di quelli collaudatissmi e gli amici, quelli di mille corse: io (lo Snupo),
Denis (Zizza), Gianluca (Smerd), Michele (Mec) e Cristiano (Bob).
Dopo una settimana di sole la domenica,
come ampiamente previsto, è arrivata la pioggia. La cosa non ha decisamente
aiutato nessuno. Gli organizzatori si sono trovati a gestire quasi 48000 persone
infastidite dall'acqua. Questo ha significato che tutti hanno tardato a
consegnare le sacche per cercare di rimanere coperti il più a lungo possibile,
creando così un enorme ingorgo a ridosso dell'ora limite per la consegna,
ingorgo che si è protratto per tutte le operazione di ingabbiamento tanto che
alle 9,quando la gara è partita, noi eravamo ancora nel bosco cercando di capire
che cosa stava succedendo intorno a noi.
Il quintetto si divide pochi metri dopo
lo start. Gianluca e Michele se ne vanno, forti della loro preparazione, mentre
io, Cristiano e Denis proseguiamo al piccolo trotto cercando di convincere il
Bobone a non mollarci alla mezza come da lui preventivato.
I km passano veloci e, grazie al passo da
processione, senza troppa fatica. Riusciamo anche a godere di qualche
interessante scorcio berlinese: chiese, viali,la vecchia Berlino Est con i suoi
palazzoni tutti egualmente essenziali ed anonimi.
Alla mezza puntuale come un orologio
svizzero, il "Bob" punta una entrata della metropolitana e con un cenno ci
lascia al nostro destino.
Faccio di tutto per tentare di non
sentire dolori e fatica, intavolo con Denis conversazioni improbabili
commentando le andature degli altri podisti ed il posteriore delle numerosissime
ragazze presenti. Ci distraiamo cullati dalle numerosissime band che ci regalano
un lungo e variegato tappeto musicale con il quale e "sul" quale idealmente
corriamo mentre i minuti passano inesorabili.
Poi, l'evento che non ti aspetti! Al 37°
km dopo aver trangugiato l'ultima "cartuccia", il mio socio ha un cedimento. La
faccia impallidisce, il passo si fa pesante pensino da guardare. Guardo il
cronometro, non abbiamo molto tempo per fermarci senza superare quel "piccolo"
traguardo delle 5 ore di gara che era via via maturato durante tutti i
chilometri precedenti. Decidiamo! Lo accompagno fino al 40°, per l'ultima foto
che ritualmente abbiamo fatto ogni 5km da quanto Cristiano ci ha lasciati, poi
provo ad andarmene ed inseguire la fatidica barriera.
Sono 2 km bellissimi, che mi tolgono di
dosso tutti gli altri 40 percorsi con una scarica di adrenalina lunga 10 minuti.
Mi chiama mia moglie che è venuta a vedermi, assieme alla moglie di Denis,
nonostante la pioggia e quasi ha un sobbalzo di incredulità quando mi vede
passare in mezzo al fiume dei podisti. Mi chiama persino Michele che, già
cambiato, vorrebbe fare le foto del nostro arrivo, ma è troppo tardi.
Un nodo in gola mi prende quando transito
sotto la leggendaria Porta di Brandeburgo poi e solo gioia incontenibile sino al
traguardo per avere portato a termine, anche stavolta, questa meravigliosa
avventura.
Grazie a tutti.
Nessun commento:
Posta un commento