lunedì 6 aprile 2009

05/04/2009 : 12^ Maratonina dei DOGI: Dolo (Ve).

Caricati all'inverosimile dalla maiuscola prestazione ottenuta alla maratona di TREVISO, io, Paolo e Denis abbiamo deciso, un po' incoscientemente, di tentare il colpaccio alla maratonina dei Dogi che si correva la domenica successiva con partenza da Fiesso d'Artico.
Nonostante ci avessero quasi tutti sconsigliato ci siamo alzati di buon mattino e una volta recuperato Patrizio, che prepara come al solito questa gara con metodo e dedizione per tentare qui di infrangere il proprio personal best, ci siamo diretti ad Adria per recuperare Paolo ed Alberto, reduce anche quest'ultimo da una eccellente prestazione alla maratona di Roma che gli ha lasciato però ben 2 settimane di tempo per il recupero.

Fortunatamente l'ottimo Paolo aveva come al solito già ritirato i pettorali per tutti (non finirò mai di ringraziarlo) permettendoci di percorrere la strada e cercare il parcheggio in tutta calma.

Un breve riscaldamento con l'orecchio teso ad ascoltare i doloretti di muscoli e tendini che "si lamentano" di averli costretti a correre anche questa domenica dopo aver già sofferto (nel mio caso davvero troppo) la domenica precedente.

Tensione a mille prima dello start, Paolo è in trance agonistica e si eclissa inserendosi tra il gruppo di testa, io, Denis e Patrizio spariamo numeri a caso nel dichiarare la velocità che terremo.

Parto veloce, non mi sembra nemmeno di fare fatica, i miei compagni mi chiedono di rallentare ma io li chiamo con me e li invito a tenere il mio passo. Tutto sembra funzionare bene fino al ristoro del 10 km. Faccio 2 passi sorseggiando un po' d'acqua ma quando ricomincio a correre la testa comincia a girarmi, esce anche il sole che assieme alle 4 gocce di pioggia di qualche minuto prima porta il tasso di umidità a livello di foresta tropicale.

Al tredicesimo sbuffo come una locomotiva, di questo passo posso durare solo un paio di chilometri, scorgo Paolo affaticato quanto me, raccolgo le ultime energie e lo supero ostentando freschezza, forse speravo in qualche droga psicologica, ma quando il fisico dice basta ... non c'è stimolo che tenga. Stringo i denti fino la ristoro del 15^ km. e la mia corsa finisce lì. Cammino per qualche centinaio di metri, mi supera Patrizio, trotterello per un altro chilometro poi di nuovo al passo. Al 17 mi risorpassa Paolo, lo lascio andare ormai cerco solo di arrivare alla fine il meno sconvolto possibile.

Nonostante le lunghe camminate ho accumulato un discreto score nei chilometri precedenti e quando mi accorgo che posso stare sotto l'ora e quaranta, la dignità mi impone di salvare la faccia e, come ai bei tempi, faccio un duemila in progressione degno di chiamarsi tale.

Finirà in 1.38.32 ... il solito tempo insulso realizzato in una gara che comunque mi ha insegnato che ... chi troppo vuole ...

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