lunedì 27 settembre 2010

26/09/2010 : 37^ Real. Berlin Marathon. Berlino (D).

Come la prima volta.
Sembra il titolo di un libercolo pruriginoso che racconta le vicissitudini sessuali di qualche ex adolescente, ma è esattamente la frase che descrive questa mia maratona in terra teutonica.

Le ipotesi su come avremmo corso questa gara berlinese hanno attraversato tutto lo spettro degli umori e delle opinioni umane. A gennaio quando ci siamo iscritti, si vociferava di una gara veloce, senza troppi saliscendi e con la possibilità di regalarci il nostro personale sulla distanza. Poi le vicissitudini di carattere squisitamente medico che ci hanno colpiti hanno modificato i rispettivi approcci alla gara. Se da un lato Gianluca e Michele vedevano la loro condizione crescere di giorno in giorno, dall'altro io, Denis e Cristiano combattevamo a vari livelli contro fasciti, pubalgie, tendiniti, stiramenti e chi più ne ha più ne metta. Vi risparmio il tedioso elenco di tutte le "magagne" che ci hanno perseguitato durante tutta l'estate del 2010, cosa che ci ha ovviamente impedito di allenarci e di presentarci all'appuntamento con la 37^ Berlin marathon in uno stato di forma che ci permettesse di aspirare a un qualsiasi risultato cronometrico. Tant'è che gli obiettivi sono mutati sino ad arrivare, alla vigilia della partenza, ad aspirare di giungere al traguardo entro il tempo massimo.

Stavolta le famiglie , a differenza della trasferta newyorchese,ci hanno accompagnato in questa avventura, e devo dire, che nonostante la faticosissima impresa di mettere d'accordo e far muovere per le vie e le metropolitane di Berlino, otto adulti (solo fuori), 7 bambini ed un passeggino, la vacanza è stata davvero gradevolissima. Del resto il gruppo era di quelli collaudatissmi e gli amici, quelli di mille corse: io (lo Snupo), Denis (Zizza), Gianluca (Smerd), Michele (Mec) e Cristiano (Bob).

Dopo una settimana di sole la domenica, come ampiamente previsto, è arrivata la pioggia. La cosa non ha decisamente aiutato nessuno. Gli organizzatori si sono trovati a gestire quasi 48000 persone infastidite dall'acqua. Questo ha significato che tutti hanno tardato a consegnare le sacche per cercare di rimanere coperti il più a lungo possibile, creando così un enorme ingorgo a ridosso dell'ora limite per la consegna, ingorgo che si è protratto per tutte le operazione di ingabbiamento tanto che alle 9,quando la gara è partita, noi eravamo ancora nel bosco cercando di capire che cosa stava succedendo intorno a noi.

Il quintetto si divide pochi metri dopo lo start. Gianluca e Michele se ne vanno, forti della loro preparazione, mentre io, Cristiano e Denis proseguiamo al piccolo trotto cercando di convincere il Bobone a non mollarci alla mezza come da lui preventivato.

I km passano veloci e, grazie al passo da processione, senza troppa fatica. Riusciamo anche a godere di qualche interessante scorcio berlinese: chiese, viali,la vecchia Berlino Est con i suoi palazzoni tutti egualmente essenziali ed anonimi.

Alla mezza puntuale come un orologio svizzero, il "Bob" punta una entrata della metropolitana e con un cenno ci lascia al nostro destino.

Faccio di tutto per tentare di non sentire dolori e fatica, intavolo con Denis conversazioni improbabili commentando le andature degli altri podisti ed il posteriore delle numerosissime ragazze presenti. Ci distraiamo cullati dalle numerosissime band che ci regalano un lungo e variegato tappeto musicale con il quale e "sul" quale idealmente corriamo mentre i minuti passano inesorabili.

Poi, l'evento che non ti aspetti! Al 37° km dopo aver trangugiato l'ultima "cartuccia", il mio socio ha un cedimento. La faccia impallidisce, il passo si fa pesante pensino da guardare. Guardo il cronometro, non abbiamo molto tempo per fermarci senza superare quel "piccolo" traguardo delle 5 ore di gara che era via via maturato durante tutti i chilometri precedenti. Decidiamo! Lo accompagno fino al 40°, per l'ultima foto che ritualmente abbiamo fatto ogni 5km da quanto Cristiano ci ha lasciati, poi provo ad andarmene ed inseguire la fatidica barriera.

Sono 2 km bellissimi, che mi tolgono di dosso tutti gli altri 40 percorsi con una scarica di adrenalina lunga 10 minuti. Mi chiama mia moglie che è venuta a vedermi, assieme alla moglie di Denis, nonostante la pioggia e quasi ha un sobbalzo di incredulità quando mi vede passare in mezzo al fiume dei podisti. Mi chiama persino Michele che, già cambiato, vorrebbe fare le foto del nostro arrivo, ma è troppo tardi.

Un nodo in gola mi prende quando transito sotto la leggendaria Porta di Brandeburgo poi e solo gioia incontenibile sino al traguardo per avere portato a termine, anche stavolta, questa meravigliosa avventura.

Grazie a tutti.

lunedì 30 agosto 2010

29/08/2010: 2^ Non solo Sport Race 2010 Padova(PD).

Facendo un rapidissimo calcolo mi accorgo che sono passati 6,dico 6, mesi dall'ultima competizione che mi ha visto protagonista. Nonostante non mi senta per niente a posto ho voluto con tutte le mie forze partecipare a questa "sgambata" tra le vie patavine più per un gesto scaramantico che per una reale possibilità di farlo.
Quest'anno, si cambia giro a Padova. Partenza ed arrivo in Prato della Valle, causano qualche mal di testa eccessivo a noi di "fuori città", costringendoci a fare qualche "simpatica" manovra da ritiro patente. La formazione in campo vedeva oltre ai soliti noti (io, Denis Zizzagna e Gianluca), la partecipazione straordinaria di Filippo ed Enrico "Quaron", alla prima esperienza in terra padovana.

Una volta parcheggiate le auto, dopo mille peripezie di cui vi risparmio la cronaca,passiamo a ritirare chip e maglietta lasciando come contropartita una offerta di 5€ che andrà devoluta alla "Città della Speranza" di Padova. La tensione è palpabile negli sguardi dei neofiti, mentre io assaporo, con il pigio del malato in crisi di astinenza, i divertenti e goliardici attimi del pre-gara e torno a comprendere, in quel mentre, il motivo che mi spinge a continuare a correre con questa banda di matti.

Uno sparo ci lancia per le vie della città. Il percorso è nuovo, si perdono quindi tutti i riferimenti del passato, ma ci lasciamo trasportare volentieri dall'enorme serpentone bianco che dilaga. Partiti dal fondo, con tutta l'intenzione di tapasciare per le vie del centro, mi accorgo che nessuno di noi (come al solito) vuole lasciare andare via l'altro e tra un sorpasso e l'altro tentiamo di non perderci di vista. L'andatura comincia a scendere sotto i 5'/km lentamente perdiamo Filippo che ci fa cenno di proseguire, il mio corpo ha dimenticato come si fa a correre e ogni volta che mi ritrovo a sbuffare controllo il mio Gramin che mi conferma che la frequenza cardiaca è quella di un novellino. "Pazienza",penso, "dove non arriva il fisico lo Snupo ci mette la testa".

Arrivo in volata cercando, inutilmente, di riprendere Gianluca che, un paio di chilometri prima, ha allungato il passo. Nel vano tentativo di seguire lo Smerd lascio qualche secondo indietro Denis ed Enrico, autori di una splendida prestazione ed in costante ripresa il primo e miglioramento il secondo. Dopo soli tre minuti Filippo ci raggiunge, provato ma felice.

Le solite foto di rito per ricordare questa magnifica avventura che la Non Solo Sport Race ci regala ogni anno tra le vie di Padova, poi, dopo una improbabile doccia di fortuna utilizzando delle bottiglie di acqua, ci dirigiamo avventurosamente verso una pizzeria per placare la fame che pretende il suo tributo ... ma questa è un'altra storia.

lunedì 1 marzo 2010

28/02/2010: 36^ Roma Ostia. Roma (RM).

E’ domenica sera, dopo aver cenato, crollo esausto sul letto e spengo la luce.

Ma facciamo un passo indietro, anzi diversi passi indietro. Più precisamente quanti ne occorrono per visitare a piedi Roma in lungo ed in largo e correre un mezza maratona da Roma – Eur a Ostia Lido.

Ore 3.15 di Venerdì mattino, dopo una notte agitatissima per paura di non riuscire a svegliarmi, al suono dell’Iphone mi catapulto giù dal letto, dato che se avessi indugiato un solo instane in più probabilmente non sarei più riuscito a trovare il coraggio di alzarmi.

Il paese dorme ancora, solo qualche irriducibile del venerdì sera si attarda per le vie illuminate. Passo da Gianluca con un insolito anticipo di 10 minuti, pochi ma abbastanza per innescare quello che diverrà il tormentone di tutta la nostra “vacanza” romana.

Alle cinque meno un quarto siamo puntualmente la casello di Villamarzana, il pullman con i “ragazzi” di Bovolone capitanati da Giancarlo Barbieri arriva e ci raccoglie. Il viaggio senza Denis “Zizza” non è la stessa cosa ma approfittiamo, tutti, per concederci una corroborante dormita fino alla prima sosta in autogrill.

Arrivati a destinazione passiamo subito all’expo, che quest’anno è allestito anch’esso in zona EUR e ci permette di arrivare sul posto con una discreta facilità. Dopo aver ritirato pettorale, maglietta e sacca per gli indumenti inizia il calvario dello “Smerd” che si era accorto di aver dimenticato a casa il portafogli.

Se per il ritiro del pettorale abbiamo ovviato alla sua mancanza di documenti grazie alla mia lungimiranza, ad alcuni piccoli espedienti ed al alcune decine di firme che uno zelante addetto alla consegna dei pettorali mi ha costretto a fare, con le quali è probabile mi sia assunto anche la responsabilità della fame nel mondo e del terremoto ad Haiti – il peggio è arrivato nella zona expo dove catturato dagli stand più disparati come Ulisse dal canto delle sirene, il Gian ha dovuto trattenersi e soffrire le pene dell’inferno per rinunciando ad acquistare ogni ben di dio gli venisse proposto.

Una volta espletate le formalità podistiche, ci siamo concessi una doccia veloce, abbiamo indossato i panni dei turisti e ci siamo avventurati in un tour de force per le vie romane. Abbiamo visto tutto! Passando con estrema disinvoltura delle antiche vestigia dell’impero romano, ai negozi più IN; dall’incanto della cita dell’altare della patria, al fascino del marketing orientale in via del corso; dalla maestosità della scalinata di trinità dei monti, alle turiste che ci stavano sedute sopra. Abbiamo ammirato con la medesima meraviglia le spoglie di Raffello Sanzio al Pantheon e il prosciutto della valle del Tevere esposto nella salumeria di fronte, la stessa estasiata reazione per le fontane del Bernini di Piazza Navona che per i saltimbanchi che allietavano i turisti presenti.

Dopo una cena, che del pasto pre – gara non aveva nemmeno la più pallida sembianza, a base di spaghetti cacio e pepe, scamorza affumicata con prosciutto e mozzarella di bufala, il tutto annaffiato da un ottimo Montepulciano d’Abruzzo, ci siamo trascinati (con lo stomaco asfaltato) verso l’hotel per dare il meritato riposo alle stanche membra.

Arriva inesorabile la sveglia mattutina, dovremmo anche correre, è per questo che siamo venuti a Roma.

Colazione veloce, consegna delle borse al pullman che le porterà ad Ostia, ultimi accorgimenti e breve briefing su come vestici e poi lentamente ci portiamo alla partenza.

Lo start di quest’anno viene dato in tre ondate (NYCM style), per permettere a tutti di correre anche nei primi chilometri che notoriamente costringevano quelli che partono indietro come noi a parecchi minuti di “processione” . Gian è visibilmente provato dal giorno precedente, io ho gli occhi che mi bruciano un po’ e la lingua felpata ma nessuno dei due ha intenzione di fare la gara della propria vita e decidiamo di impostare una tattica attendista piazzandoci dietro le bandierine dell’ 1:40 fino al 10 km.

Una volta superata la “barriera” della grande salita del Presidente che dal km 6 porta alla fine del 7^, sulle ali della conseguente discesa provo ad accelerare per lasciare indietro i pacers, Gian mi segue ed al ristoro dei 10 km mi sorpassa mentre io mi fermo a bere.

Rimaniamo insieme ancora per qualche chilometro poi nonostante le mie esortazioni mi lascia andare avanti tenendomi d’occhio. Libero le ultime energie residue dato che , forte dell’esperienza dello scorso anno, so che gli ultimi 2 chilometri saranno durissimi e cerco di dare il massimo sul lungomare di Ostia. Inanello un paio di 4.15 ma al giro di boa la mano invisibile del vento mi blocca praticamente sul posto rendendo quell’ultimo 2000 un vero interminabile calvario.

Finisco in 1h.37’.49” , qualche secondo meglio dello scorso anno, un tempo che mi lascia pienamente soddisfatto considerando la condizione con cui mi ero presentato all’appuntamento e la movida romana vissuta il giorno prima . Gianluca arriva di li a poco, lo cerco con lo sguardo, avvolto in un telo dorato che mi protegge dal gelido vento che sferza i podisti stremati.

Torniamo verso casa dopo una doccia veloce in albergo, commentando le prestazioni dei bravissimi atleti veronesi che ci hanno accompagnato in questa avventura nella città eterna e arriviamo a casa per l’ora di cena quasi senza accorgercene …

E’ domenica sera, dopo aver cenato, crollo esausto sul letto e spengo la luce.

lunedì 11 gennaio 2010

10/01/2010: 26^ Maratonina d'inverno. S. Bartolomeo in Bosco (FE).

Quello di San Bartolomeo è il primo vero test impegnativo dell’anno. Il termometro per misurare cosa è rimasto nelle gambe dell’anno passato.
Archiviato questo contrastato 2009, che ha alternato le gioie di prestazioni di tutto rispetto ai dolori di dannatissimi fastidi fisici, decido di aprire il nuovo anno con questa mezza maratona alla quale i componenti del G.P. AVIS taglio di PO non mancano di partecipare in forze tutti gli anni.

C’è anche Cristiano (Bob) Curri, che ad un anno esatto dal suo “ritiro” dovuto ad un’ernia che è esplosa proprio al termine della passata edizione della maratonina d’inverno, ha deciso di ricominciare proprio da qui nonostante la preparazione sommaria e l’eterna voglia di poltrire a letto la domenica mattina.

La giornata promette bene. Dopo una settimana di pioggia continua finalmente uno spiraglio di sole si apre all’orizzonte, nonostante questo un freddo pungente ci costringe a meditare (come al solito) sull’abbigliamento da indossare. Si vede di tutto addosso ai podisti, dal pantaloncino corto al passamontagna integrale modello Hannibal Lecter. Io opto per un ciclista a ¾ di gamba ed una maglia a maniche lunghe che in teoria dovrebbe rappresentare un buon compromesso.

Troviamo Michele che ci consegna i pettorali ritirati per tutto il G.P. Avis Taglio di Po (alla fine saremo 10^ nella speciale classifica dei gruppi più numerosi) e con lui ci rifugiamo in un bar per cercare di sopportare il freddo pungente del mattino. Dopo il caffè scatta l’operazione svestizione e riscaldamento; io e Cristiano rimaniamo in macchina il più a lungo possibile, ma un po’ di riscaldamento bisogna pur farlo e allora a denti stretti cominciamo a corricchiare prima dello start.

Siamo quasi in 500 a superare la linea dello start dopo lo sparo, non so ancora a che ritmo correre e per il primo chilometro tengo il piede in 2 scarpe cercando di fare da collante tra Cristiano che, rientrante, si attesta sui 5 minuti al km e Michele che con Mirko scalpita verso i 4’.40”/km. Alla fine abbandonerò il Bob che praticamente mi caccia via in malo modo e mi chiede di fare la mia corsa non curandomi di lui.

Il mio programma è di tenere questa andatura fino al decimo chilometro per poi capire come procedere. Michele e Mirko mi staccano forzando il passo già dal 5 km e fatico a non cadere nella trappola di seguirli, li osservo allontanarsi ma li tengo monitorati nei lunghi rettilinei della campagna ferrarese.

Al decimo il primo test. Provo a spingere e avvicinarmi ai 4.30 /km e mi sembra di non risentire troppo, la paura di fare la fine dell’anno precedente, riducendomi a trascinarmi dal 15 in poi in preda ai crampi, mi fa saggiamente rallentare. Al 15 un fugace ristoro, una bustina di Gel e un deciso cambio di marcia. Inizia una rimonta epica che rimarrà nella mia memoria come uno dei momenti più belli della mia carriera di runner. Non si contano le persone che lascio dietro e temo di esplodere da un momento all’altro, pensando di avere cominciato l’affondo troppo presto. Inanello una serie di chilometri sotto il 4.30, le gambe girano ed il fiato tiene, punto la sagoma di Mirko che vedo in lieve difficoltà a qualche centinaio di metri da me e riesco a superarlo a 500 mt. dal traguardo.

Chiudo questa bella domenica d’inverno con una prestazione che, nonostante non sia stata crono metricamente rilevante (1.39.30), mi ha lasciato pienamente soddisfatto e mi ha fatto capire che devo imparare a gestire più spesso le gare con oculatezza ( Michele, docet).

Mentre gusto un bel piatto di maccheroncini fumanti incontro tutti gli altri podisti e mi informo sulle loro prestazioni. Sono stati tutti bravissimi! Complimenti a Paolo “rece” Franzoso che fissa l’ennesimo P.B. sulla distanza con un bellissimo 1h.34’ e rotti, a Claudio che dopo un sofferto 2009 è tornato alla grande fermando il cronometro a 1h e mezza.