mercoledì 9 dicembre 2009

08/12/2009: 8^ CORSA DELL'IMMACOLATA: ADRIA (RO).

Mi rendo conto di quanto passi veloce il tempo quando mi accingo a scrivere un commento di una gara già corsa in precedenza e, questa dell'immacolata di Adria, è senza ombra di dubbio una di quelle che ha segnato la mia seppur breve carriera di runner. A parte il numero di partecipazioni, l'affetto che provo per questa gara è legato soprattutto al momento storico a cui sono legate: fu la mia seconda gara in assoluto nel 2004 ed è sempre arrivata a concludere,podisticamente parlando, anni meravigliosi. Così quando il buon Michele mi ha chiesto di partecipare all'edizione del 2009, nonostante la mia gamba destra continui a darmi problemi di ogni tipo e le condizioni meteorologiche urlassero a squarciagola di rimanere sotto le coperte, non ho potuto dire no.

L'alzataccia è stata relativa, il tempo davvero avrebbe fatto desistere chiunque ma l'impegno oramai è preso e quindi eccoci poco dopo le 9 smontare in tuta fretta dalla macchina per scivolare verso il punto di iscrizione (fortunatamente al coperto) per espletare le formalità pre-gara.

Dopo un breve riscaldamento, considerando ogni 2 secondi come fosse da incoscienti mettersi a correre con quelle condizioni atmosferiche, arrivano le dieci meno un quarto e lo starter ci invita a rompere gli indugi e a dare ilo meglio di noi.

Parto chiacchierando, cercando di indovinare il ritmo giusto visto che oramai non faccio competizioni vere e propria da almeno 2 mesi. Mi assesto ad una velocità che mi permette di controllare la respirazione e di valutare come gestire il secondo dei due giri da 5.5 km previsti.

Al primo giro di boa accolgo sorridendo il "vai Snupo" di Paolo Franzoso, che oggi veste i panni di organizzatore e non è con noi a soffrire nel pantano degli sterrati adriesi. Mi accorgo che Michele avanza inesorabilmente (cosa che mi aspettavo) ma decido di vedere cara la pelle e provo ad accelerare. Il ritmo che ne risulta è decisamente troppo alto e dopo pochi chilometri sbuffo come un locomotore e perdo lucidità nell'azione di corsa. Nonostante io abbia rimontato più di qualche podista il sorpasso del "Mec" arriva inevitabile come le tasse a meno di due chilometri dall'arrivo, non provo nemmeno a tenere il suo passo ma cerco almeno di non gettare la spugna (anche se la tentazione è fortissima) e di non lasciare che si allontani troppo. Chiudo letteralmente ansimante con una media di 4':28"/km, che mi fa ben sperare sulla mia fase di recupero anche se la mia "amica" pubalgia, con la quale convivo oramai da 4 mesi, non ne vuole sapere di andarsene.

Dopo la gara un faticoso, ma doveroso, cambio di abiti TOTALE ed un veloce ristoro per poi ritirare il pacco gara e la coppa per il G.P. Avis taglio di Po, classificatosi al 4^ posto come numero di partecipanti.