mercoledì 9 dicembre 2009

08/12/2009: 8^ CORSA DELL'IMMACOLATA: ADRIA (RO).

Mi rendo conto di quanto passi veloce il tempo quando mi accingo a scrivere un commento di una gara già corsa in precedenza e, questa dell'immacolata di Adria, è senza ombra di dubbio una di quelle che ha segnato la mia seppur breve carriera di runner. A parte il numero di partecipazioni, l'affetto che provo per questa gara è legato soprattutto al momento storico a cui sono legate: fu la mia seconda gara in assoluto nel 2004 ed è sempre arrivata a concludere,podisticamente parlando, anni meravigliosi. Così quando il buon Michele mi ha chiesto di partecipare all'edizione del 2009, nonostante la mia gamba destra continui a darmi problemi di ogni tipo e le condizioni meteorologiche urlassero a squarciagola di rimanere sotto le coperte, non ho potuto dire no.

L'alzataccia è stata relativa, il tempo davvero avrebbe fatto desistere chiunque ma l'impegno oramai è preso e quindi eccoci poco dopo le 9 smontare in tuta fretta dalla macchina per scivolare verso il punto di iscrizione (fortunatamente al coperto) per espletare le formalità pre-gara.

Dopo un breve riscaldamento, considerando ogni 2 secondi come fosse da incoscienti mettersi a correre con quelle condizioni atmosferiche, arrivano le dieci meno un quarto e lo starter ci invita a rompere gli indugi e a dare ilo meglio di noi.

Parto chiacchierando, cercando di indovinare il ritmo giusto visto che oramai non faccio competizioni vere e propria da almeno 2 mesi. Mi assesto ad una velocità che mi permette di controllare la respirazione e di valutare come gestire il secondo dei due giri da 5.5 km previsti.

Al primo giro di boa accolgo sorridendo il "vai Snupo" di Paolo Franzoso, che oggi veste i panni di organizzatore e non è con noi a soffrire nel pantano degli sterrati adriesi. Mi accorgo che Michele avanza inesorabilmente (cosa che mi aspettavo) ma decido di vedere cara la pelle e provo ad accelerare. Il ritmo che ne risulta è decisamente troppo alto e dopo pochi chilometri sbuffo come un locomotore e perdo lucidità nell'azione di corsa. Nonostante io abbia rimontato più di qualche podista il sorpasso del "Mec" arriva inevitabile come le tasse a meno di due chilometri dall'arrivo, non provo nemmeno a tenere il suo passo ma cerco almeno di non gettare la spugna (anche se la tentazione è fortissima) e di non lasciare che si allontani troppo. Chiudo letteralmente ansimante con una media di 4':28"/km, che mi fa ben sperare sulla mia fase di recupero anche se la mia "amica" pubalgia, con la quale convivo oramai da 4 mesi, non ne vuole sapere di andarsene.

Dopo la gara un faticoso, ma doveroso, cambio di abiti TOTALE ed un veloce ristoro per poi ritirare il pacco gara e la coppa per il G.P. Avis taglio di Po, classificatosi al 4^ posto come numero di partecipanti.

lunedì 23 novembre 2009

22 Novembre 2009: XXIII Marcia di S.Andrea. Anguillara (RO).

Sono passati 3 anni dall'ultima volta che ho corso la marcia di S.Andrea e nonostante tutto il ricordo è rimasto nitido nella mia memoria. Ricordavo ampi spazi, argini e campi, ristori ruspanti ed una moltitudine eterogenea di podisti. Tutti quei ricordi si sono rimaterializzati domenica 22 novembre quando, accompagnato da Michele,Ugo,Alessio, il presidente ed Augusto, ho rinunciato all'agoniato riposo domenicale per essere presente al via (un po' sui generis dato che la corsa è una non competitiva)di questa meravigliosa scampagnata novembrina.

Nonostante poco dopo le 8 fossimo già a destinazione il fiume umano di amatori inondava già le strade di Anguillara. Una volata fino all'ombrellone dedicato alle iscrizioni, le foto di rito e poi una inusuale partenza alla spicciolata tipica però di queste manifestazioni non competitive.

Ci ritroviamo io e Michele ad affrontare il percorso più lungo (22 km) e decidiamo di farlo in perfetto spirito NON competitivo, che significa passo rilassato fermate ai ristori ed una lunga chiacchierata sui alcuni temi di interesse comune. Il percorso ha senza dubbio favorito il clima rilassato e nonostante i miei ultimi chilometri siano stati una lenta agonia abbiamo terminato la camminata con una media oraria quasi accettabile.

Alla fine oltre al consueto the caldo mi sono concesso,alla faccia della dieta, un piatto di gnocchi, un panino al salame ed un bicchieretto di rosso! Cosa voglio di più dalla vita?

lunedì 12 ottobre 2009

10–11 Ottobre 2009: 36^ Ed. “24 Ore di SAN MARTINO” - Belluno (BL).

Essendo, per natura, sempre alla ricerca di nuove esperienze quando mia moglie,consigliere regionale della AIC Veneto mi ha proposto di correre la 24 ore di San Martino, ho accettato subito di buon grado e senza pensarci su troppo ho dato subito la mia disponibilità a far parte della squadra "Liberi dal Glutine".
Una gara veramente particolare che, come recita il nome, impegna 24 podisti per squadra in frazioni di 1 ora ciascuno. Erano 39 le rappresentative in gara per un totale di 936 atleti impegnati; un vero fiume umano che ha richiesto un impressionante sforzo organizzativo ma gestito in maniera egregia dal G.P. Vescovà Cuprum di Belluno.

Dopo quasi 2 ore di viaggio, accompagnato da moglie, figli "urlanti" e cane nel trasportino, telefono a Gustavo per avere le ultime dritte su come raggiungere lo stadio polivalente di Belluno. Dopo qualche incertezza sul parcheggio entriamo un po'straniti allo stadio e cerchiamo lo stand dell'A.I.C.. L'atmosfera è stranissima; una miscela tra l'expo di una maratona, una sagra paesana e una fiera campionaria; l'accoglienza riservataci da Gustavo e da tutto lo staff di "Liberi dal Glutine" è stata talmente calda da risultare quasi imbarazzante: un camper riservato che funge da spogliatoio per gli atleti e la totale disponibilità di tutti per qualsiasi esigenza di qualsiasi tipo.

Il mio compito era quello di correre per un'ora (dalle 11 a mezzogiorno) lungo la pista in RUBTAN dello stadio il più velocemente possibile. Il sole, che ha favorito l'affluenza del pubblico, non mi ha certo aiutato nella prestazione, compromessa soprattutto dalla mia fastidiosa pubalgia che mi ha costretto ad uno stop forzato di due settimane prima di questa gara e che mi imporrà di fermarmi almeno per le tre settimane successive. Tuttavia il tifo della mia famiglia e del resto dello stand A.I.C. mi ha permesso di superare i momenti di crisi e alla fine dell'ora saranno 12.993 i metri percorsi (accidenti a quei sette metri,)per un totale di 32 giri e mezzo; una prestazione incolore ma commisurata alle mie attuali condizioni di forma! Pazienza farò meglio il prossimo anno!

Prima della ripartenza un pit-stop per recuperare le energie appena spese con uno squisito spezzatino con polenta annaffiato da un prosecco doc.

lunedì 7 settembre 2009

06/09/2009: 8^ Unicredit Run Tune Up. Bologna (BO).

La mia partecipazione a questa edizione della Unicredit Run tune Up, la mezza maratona di Bologna, è stata in dubbio sino all’ultimo. Vuoi perché Denis e Cristiano per motivi differenti hanno deciso di dare forfait e quindi mi sarebbe mancata la compagnia dei miei due soci di corsa, a questo si sono aggiunte le mie precarie condizioni fisiche che mi costringono a convivere con la necessità di una tregua negli allenamenti a causa di una fastidiosa pubalgia e la cogenza di allenarmi in vista dell’appuntamento con la Maratona del lago di Garda che correrò (speriamo) il prossimo 27 Settembre. Nonostante tutto è bastato che Paolo “rece” Franzoso buttasse lì , quasi per scherzo, la proposta, perché io mi accodassi senza battere ciglio. Convincere Gianluca a correre sia in gara che in allenamento poi è una della cose più facili del mondo, ecco quindi formato il terzetto che è andato ad affrontare i durissimi 21.097 mt. tracciati nelle strade di Bologna.
Sulla ammiraglia di casa “smerd” il viaggio è piacevole, affrontiamo ogni tipo di argomento spaziando dalla teoria dei buchi neri nello spazio a quelli … sulla terra. Arriviamo con largo anticipo a Bologna e questo ci permette di parcheggiare in zona Vip, di ritirare con tranquillità il pettorale e di dare una mano per l’allestimento dei gonfiabili (no magari così è un po’ troppo … ma avremo potuto, he he he).

L’aria è davvero frizzate, tanto che rimpiango una magliettina a manica lunga ma sotto sotto so che questo non può che fare del bene alla nostra corsa. Ci infiliamo in un bar per espletare le ultime “formalità” e veniamo raggiunti di lì a poco da Paolo. Qualche battuta sulla assenza di Denis “zizza” mentre ci “pettorali amo” per poi corricchiare verso la linea di partenza . Con con una manovra poco ortodossa scavalchiamo le transenna utilizzando il vecchio trucco dell’amico che ci aspetta in mezzo al gruppo, e ci piazziamo ad una spanna dai top runners.

Il turbinio di gambe ci travolge e ci costringe a tenere, per i primi chilometri, una media molto al di sotto di quella programmata. Poco male le gambe rispondono bene, anche il piede ha smesso di farmi male e riusciamo addirittura a chiacchierare tra noi incitando chi rimane qualche passo indietro e rallentando chi tende a forzare l’andatura. Ristori veloci dove oltre all’acqua traviamo anche degli integratori e cordiali passaggi di bottiglia alla Coppi/Bartali sino al 15^ chilometro, dove secondo gli accordi, viene dato il “rompete le righe” ed ogni uno di noi cerca di interpretare i km finali come meglio crede.

Gian inanella subito una serie di passaggi di poco sopra ai 4’/km , io e Paolo non ci tiriamo indietro ed aumentiamo il passo. Mi sento bene, cosa rarissima in questa gara dove ho sempre sofferto il caldo ed io percorso tortuoso e con faticose e lunghe salite.

Alla fine ci divideranno 30 o 40 secondi l’uno dall’altro ma siamo tutti felicissimi, Gianluca per essere arrivato “primo”, io per essere arrivato “bene” e Paolo per aver portato a casa il suo personale sulla distanza.

Divertiti e piacevolmente carichi per il risultato, prima di tornarcene a casa, ci siamo infilati sotto la doccia per sciacquare il sale, per poi tuffarci su di un ottimo piatto di Trofie al pesto e pomodorini al pasta party organizzato dallo staff del celeste group.

martedì 1 settembre 2009

30/08/2009:1^ Non solo Sport Race 2009 Padova(PD).

Sull’onda della Human Race 2008 la catena di negozi Non Solo Sport, che aveva collaborato per l’edizione padovana con Nike, ha deciso di non mollare la data di fine agosto ed ha “infilato” al posto dell’edizione 2009 della Human Race, che pur si correrà a Padova il 24 ottobre, una analoga, anzi identica, manifestazione denominata Non Solo Sport Race 2009 che ne ha ricalcato spirito, schema organizzativo, percorso e successo.
L’iscrizione on-line dava diritto al ritiro di una maglietta commemorativa previa una offerta che, sulla carta, dovrebbe contribuire alla raccolta di fondi per “la torre della ricerca” , un centro europeo per la ricerca pediatrica. Una volta arrivati al parcheggio con il canonico anticipo derivato dall’avere Gianluca in macchina con noi, ritiriamo la maglia e ci prepariamo per la sgambata non lesinando le solite foto di rito.

La partenza è inspiegabilmente anticipata di 15 minuti ed incitati dallo speaker ci avviamo al piccolo trotto verso l’ingresso dello stadio Euganeo per l’emozionante transito nella pista di atletica dove si svolge il XXXIII meeting di atletica della città di Padova. Braccia al cielo, il lungo serpentone blu e azzurro fotografa e si fa fotografare dal pubblico che applaude sugli spalti. L’emozione si fa sentire e il sorriso sulle labbra ci da quell’aria un po’ ingenua e meravigliata che ci riporta a quando eravamo bambini.

All’interno dello stadio ci perdiamo di vista e cominciano a cercarci subito dopo l’uscita. Il team è composto da me, Denis, Gianluca e Claudio; per fortuna lui ha la maglietta rossa dello scorso anno e spicca nel fiume azzurro-blu che ci circonda, facilitandomi il compito. Di lì a poco spunta la fascia bianca di Denis che è l’altro nostro punto di rifermento e finalmente riusciamo a compattarci e cominciamo a correre verso Prato della Valle.

I km passano in fretta, non facciamo mai veramente fatica nell’azione di corsa, forse io sono il più appesantito avendo corso 26 km il mattino di sabato con Paolo, ma stringo i denti e tento di tenere il passo degli altri. Le vie, le piazze più belle, le persone che ci guardano tra il divertito e l’incuriosito, fanno da corollario ai nostri sforzi. Il ritmo si fa via, via più sostenuto e, come di consueto, quella che doveva essere una camminata si trasforma in una piccola competizione interna alla quale decido di non partecipare rallentando il passo e lasciando andare Gian e Claudio e cercando di godermi l’ingresso in “Prà dea Vae” chiacchierando con Denis.

Ci ristoriamo, il caldo si è fatto ancora sentire e siamo madidi di sudore, poi rispunta la proposta di tornare allo stadio Euganeo di corsa, che prima era stata ventilata da Claudio ma gestita con sufficienza dal resto del gruppo. E’ bastato che un paio di boriosi poliziotti in mountain bike sorridessero sarcasticamente nel sentire nostra intenzione per far scattare subito l’ormone del maschio e l’orgoglio del runner tanto che, una volta individuata la direzione approssimativa ci siamo lanciati, a dire il vero un po’ avventurosamente, sulla strada del ritorno.

Chiedendo a chiunque la direzione dello stadio, sbagliando qualche incrocio e passando in luoghi suggestivi nei quali il viaggio di andata non ci aveva fatto transitare, siamo arrivati facilmente alla meta con il solo rammarico di non aver fatto in tempo a gustare qualche momento di sport del meeting come avevamo progettato.

Chiusura della serata nel migliore dei modi, con pizza e litri di birra in un locale sulla via del ritorno anche se è stato difficilissimo convincere Denis “zizza” Laurenti a desistere dal portarci nella “sua” pizzeria preferita vicino a casa.

martedì 18 agosto 2009

17/08/2009 :Ecomaretona 2009. Ca Venier - Porto Viro (RO).

Può capitare che in una assolata domenica d'Agosto un amico, podista, ti chiami al telefono dicendoti che l'indomani si corre l'EecomarEtona 2009; partenza ore sette di mattina dalla piazza di Ca Venier ed arrivo alle nove, nella bella piazza del nostro paese natio.
Può capitare che tu, preso alla sprovvista con l'ufficio da riaprire dopo le ferie e delle persone da accontentare ed altre da seguire,declini gentilmente l'invito anche se un po' a malincuore.

Può capitare che l'amico in questione si chiami Denis "Zizza" Laurenti e che quello di convincerti, quando il tuo NO non è troppo convinto, ne faccia non sono una questione di principio ma addirittura una vera e propria missione e che per portarla a termine usi qualsiasi mezzo più o meno lecito.

Ecco allora che, di ritorno dalle brevi e meritate ferie, mi ritrovo ad alzarmi alle 6 di mattina per "sostenere" questa iniziativa, con la quale Giuseppe Tamburino, un cinquantaduenne torinese, da 2 anni percorre le coste italiane di corsa, riportando attraverso radio, televisione ed altri mezzi di informazione, bellezze, tipicità ma anche situazioni di degrado o inquinamento, delle località costiere italiane.

Il gruppo è quello dei "fedelissimi", i run4funner più duri e puri. Io, Denis, Gianluca, Michele e Angelo abbiamo raccolto la sfida di Giuseppe e ci siamo messi ad aspettarlo, soli e perplessi, in una piazza che aveva visto poche ore prima chiudersi la sagra del paese. Dopo qualche minuto arriva lo staff al completo. Un paio di autovetture rigorosamente alimentate a metano ed una bicicletta con la quale, una volta issata la bandierina dell'ecomaretona 2009, ci accompagnerà per tutti i 14 km previsti.

Noi giochiamo in casa e quindi, una volta intuito che il percorso non era vincolato da misurazioni chilometriche o cronometriche, invitiamo l'ecorunner a seguirci sul familiare asfalto del argine e facciamo da ciceroni segnalando panorami, paesaggi, persone e particolarità.

I km passano veloci, senza accorgerci siamo già arrivati in piazza S.Bartolomeo scortati dai vigili di Porto Viro. Il Capo carovana decide che può bastare così, beviamo e scherziamo ancora un po' trattenendo a stento l'esuberanza del nostro istrionico Denis. Un'intervista, i ringraziamenti di rito e poi via, ancora di corsa, sino alle nostre macchine. Il lavoro mi attende ma anche questa è fatta!

sabato 15 agosto 2009

13/08/2009 : 3^ Gli amici della corsa assieme a Franco e Luciano. Porto Viro (RO).

Ci siamo ritrovati nella centralissima piazza di Donada poco prima delle 18.30 in quanto In perfetto stile "Alan" la manifestazione al contrario del solito prevedeva ritrovo a quell'ora e partenza alle 18.45 dopo soli 15 minuti! Bando al riscaldamento, dopo aver sbrigato le formalità dell'iscrizione e aver spillato il cartellino d'ordinanza alla canotta io e la piccola Camilla ci sgranchiamo le gambe prima del via del chilometro riservato ai più piccini (a dire il vero la categoria "mini" prevedeva la partecipazione di ragazzi/e dai 16 anni in giù che avrebbero sicuramente battuto più di qualche adulto).
Quasi tutti accompagniamo i piccoli podisti nel loro percorso approfittando del fatto per poter scaldare le gambe provate dall'ozio d'agosto. Tutti/e bravissimi e tutti premiati i nostri piccoli campioni anche se non ho mancato di notare, in alcuni piccoli atleti, un pizzico di eccessivo malcelato disappunto per non aver raggiunto il piazzamento desiderato.

Alle 19 è il nostro turno. Sono ancora impegnato a chiacchierare con tutti i ragazzi del gruppo, oggi veramente numerosi, quando Filippo Carlin (commercialista improvvisatosi speaker) da il via alla gara. Scelgo la solita tecnica che tante soddisfazioni mi ha dato in quest'ultimo scorcio di stagione, di partire nelle retrovie per poi mettere nel mirino uno ad uno gli altri corridori (Michele docet) ed imposto un ritmo medio attorno al 4'.10". Dopo i primi sorpassi la situazione si stabilizza, si formano gruppetti di runners che viaggiano allo stesso ritmo ed il caldo comincia a mietere le prime vittime. Gianluca è avanti assieme a Walter, mentre riesco a vedere i "soliti" Angelo ed Adriano qualche decina di metri avanti a me. Mirco mi tallona vicinissimo sento letteralmente il fiato sul collo e non trovo nemmeno il coraggio di girarmi per vedere quanto è vicino.

Finito il primo giro tento il tutto per tutto, abbasso il ritmo di qualche secondo per vedere se riesco a sganciarmi dal buon TEX. L'operazione riesce ma il sacrificio mi impone di fermarmi al ristoro dove perdo secondi preziosi. Uno sguardo veloce agli inseguitori e poi a tutta per chiudere gli ultimi 2 km della competizione cercando di recuperare ancora qualche posizione. Arrivo esausto sul rettilineo finale, provo a lanciare una volata sorpassando in curva il ragazzo che mi precedeva, che in un rigurgito di orgoglio si lancia urlante in una rimonta infinita.

Alla fine sarò 37^; meglio di me oltre ai "soliti noti", un bravissimo Gianluca che ha duellato con Walter per tutta la durata della gara, Angelo che mi precede sempre di qualche decina di metri, poco dietro Mirco, Adriano, Michele, Patrizio il nostro mitico Denis ed Enrico "Quaron".

Decisamente lunghe le premiazioni, visto che venivano premiati i primi 60 partecipanti, alla presenza dell'assessore Maura Veronese e del figlio di Luciano Cappello, Cristian.

Dopo la gara, cena con l'amico Denis e famiglia e ... uno dei più grossi nubifragi degli ultimi anni.

lunedì 3 agosto 2009

01/08/2009: 1^ Maratona Beach. Lido di Volano (FE).

Correre sotto la canicola estiva non è mai un'esperienza entusiasmante, se poi la partenza è in riva al mare, il conflitto interiore tra metterti nudo e lanciarti nell'acqua a qualche centimetro da te, e l'alternativa di rincorrere lo sbuffante e sudaticcio podista che ti precede, è davvero atroce, e solo tutta la passione del mondo può farti optare per la seconda soluzione.

Arriviamo al bagno Play Ground del lido di Volano alla spicciolata. Passa a prendermi Filippo che accompagna sua figlia Valentina pronta a disputare la mini di 1 km e convinta di fare il vuoto dietro di se'. Una volta parcheggiata l'auto comincio ad incrociare tutti i miei compagni di CORSA. Claudio, il Presidente, spunta anche Giuliano "Alan" e dalla pineta arrivano Palo "rece" Franzoso e signora. Poi Denis, Gianluca e Gabrio con le rispettive famiglie alla fine siamo davvero un bel gruppetto e praticamente monopolizziamo l'evento.

L'inesperienza di una prima edizione ha fatto sentire il suo peso, nonostante la UISP di Ferrara non sia una debuttante in manifestazioni di questo tipo. Far partire i bambini in coda agli adulti ha creato una serie di problematiche non indifferenti prima fra tutte l'impossibilità di seguirli durante il percorso dato che i piccoli runners sono al 90% figli di cotanti genitori. Il risultato? Bambini "persi" per il lido di volano che rin-correvano non si sa chi o che cosa percorrendo più di tre chilometri in luogo dell'uno previsto; Mamme allarmate e urlanti, padri increduli ed arrabbiati.

Il percorso parte dalla battigia e dopo qualche faticosissimo centinaio di metri di sabbia, si porta sull'argine fronte mare in direzione sud. Peccato che il sentiero stretto e sconnesso mi obblighi a fare attenzione a dove si mettono i piedi tant'è che non ho nemmeno il tempo di godermi la vista del mare alla mia sinistra.

Dopo circa 3 km, giù dall'argine e si torna verso il lido di Volano, percorrendo però la ciclabile che ne attraversa tutta la splendida pineta, già percorsa parecchie nei nostri "lunghi" estivi. Durante il cambio di direzione incrocio lo sguardo con il Gian "smerd" Marcati; è insolitamente vicino evidentemente il caldo si fa sentire anche per lui. Supero Paolo, che ormai credo inizi ad odiarmi dato che la pantomima si ripete ormai da qualche gara, e mi metto in caccia di Gianluca.

Al 5^ kilometro mi "libero" di un podista che mi marcava stretto, sorpasso Alan ed arrivo a qualche metro da Gianluca, ma ormai manca davvero poco all'arrivo e so che per me sarà impossibile raggiungerlo in così poco. Un brusco scarto a destra ci ri-immette sul lungomare per poi proseguire la cavalcata finale sulla sabbia ... per me è decisamente troppo! Controllo che nessuno mi segua troppo da vicino rallento il passo e trotterello fino al traguardo!
Alla fine un bel tuffo liberatorio in mare con relativa uscita dall'acqua alla Raoul Bova (de noaltri) e la sorpresa di essere arrivato, per una volta, a premio

lunedì 20 luglio 2009

19/07/2009: 36^ Strasolesino. Solesino (PD).

Nonostante sia giunta ad una veneranda 36esima edizione non avevo mai corso questa classica del podismo. Vuoi per il caldo del periodo estivo, vuoi per i mille impegni che si accavallano in questi giorni, la strasolesino rimaneva un tassello vuoto nella mia ormai "discreta" collezione di podistiche paesane.
Denis, passa a prendermi alle 18.15 e dopo aver litigato qualche minuto con il TomTom, che ci voleva spingere su improbabili direzioni, ci affidiamo al vecchio sistema e puntiamo decisi verso la cittadina della provincia patavina.

A destinazione in perfetto orario, troviamo parcheggio a pochi metri dalla partenza. Cerchiamo gli amici del G.P. AVIS taglio di Po che come al solito accorrono numerosi al via della tradizionale gara di Solesino, ci facciamo dare i pettorali e dopo aver salutato l'amico Giancarlo dello Sport Life di Bovolone (VR), inizia la disperata ricerca di un posticino dove espletare le ultime esigenze corporali (cosa tutt'altro che facile in centro città). Fortunatamente convinco Denis a "farla" nel bagno pubblico (cosa tutt'altro che facile pure questa), e dopo qualche schermaglia ci schieriamo dietro il gonfiabile in attesa dello start.

La mia gara è stata da manuale, complice una leggera brezza che aveva abbassato leggermente la temperatura dell'aria, sono riuscito a tenere una discreto ritmo che mi ha permesso di recuperare in maniera costante posizioni su posizioni ad ogni chilometro terminando gli 8300 mt in 34'35".

Ottima la gara di Gianluca che brucia tutti in partenza impostando un passo indiavolato di qualche secondo sopra i 4 minuti al km. Bravi anche Paolo, che con una media di 4'.14" conduce una gara regolare sino al traguardo, Denis "richard" Laurenti e Michele viaggiano appaiati per 3/4 di gara ad un ritmo di poco superiore ai 4'.30" ... poi Michele "mec" rompe gli indugi e "rifila" due minuti al buon Denis che comunque chiude la gara con una media di 4'.38".

Al termine, panino, ghiacciolo e magliettina IRGE!

lunedì 15 giugno 2009

14/06/2009: 4^ Podistica di S.Antonio. Goro (FE).

Domenica Caldissima quella passata a Goro, condizione metereologica che ha compromesso le prestazioni di molti dei runners accorsi nel pittoresco paese del delta ferrarese per correre la quanta edizione di questa 9 km inserita nel circuito podistico "le rive ed il delta del Po ferrarese".
A dispetto delle "avverse" condizioni climatiche noi del G.P. Avis taglio di Po ci siamo trovati in moltissimi: dai piccoli campioni fino ai fortissimi veterani, passando per i Run4funner che schieravano, oltre a me, Denis e Michele e, nell'attesa di recuperare il buon Cristiano (forse per l'autunno), erano orfani di Paolo e Gianluca che avevano corso venerdì sera a Mestre (anche Denis lo aveva fatto ma lui è davvero un caso a parte di stacanovismo podistico).

200 mt per i più piccoli e 900 per i più grandicelli, gare velocissime che terminano in un battibaleno; poi tocca a noi. Ci prepariamo dietro il gonfiabile dopo aver percorso qualche centinaio di metri per saggiare il percorso di gara rendendoci conto che ci si prospettava davvero una gita in un girone infernale. Lo sparo ci coglie impreparati, io e Michele stavamo ancora dibattendo sul passo da tenere e stavamo scegliendo il compagno da seguire. Premo start sul Garmin e comincio a correre. Mi trovo solo, troppo veloce per alcuni e troppo lento per tenere il passo dei più forti. Mi distraggo guardando la golena del Po di Goro, il paesaggio mi è familiare ma qui, a differenza del "mio" argine, domina la vegetazione di basso fusto, i canneti. Inizio i primi sorpassi, di solito parto sempre dietro perché raggiungere e sorpassare chi ti precede è il migliore degli integratori.

Al giro di boa incrocio gli sguardi degli amici di sventura, un ghigno di sofferenza è dipinto sul volto di tutti. Denis mi fa un inequivocabile cenno con la manina che dice che per lui è finita. Michele è più tranquillo e conoscendolo so che devo temere un suo repentino ritorno. Due passi per ristorarmi e poi riparto alla carica. Raccolgo per strada il presidente, l'amico Adriano, oggi un po' in sofferenza, ed un paio di altri podisti; riesco persino ad abbozzare uno sprint sul finale anche se il tipo che supero non accetta il sorpasso al fotofinish e mi fa cenno di sistemarmi dietro di lui nella coda per la consegna dei cartellini. Bah ! Poco male cosa cambierà poi tra il 61esimo o il 62esimo posto?

Ritiro l'originale pacco gara composta da cozze spaghetti e pomodoro e trascorro i piacevoli momenti del post gara commentando i risultati con i miei "amici podisti".

lunedì 8 giugno 2009

07/06/2009 :32^ 4 passi per el tajo. Taglio di Po (RO).

Sono giunte ormai a 32 le edizioni di questa bella gara corsa nel cuore del delta tra le strade del comune di Taglio di Po e la meravigliosa Villa Ca' Zen.
Affluenza record, come di consueto, con una folla di podisti grandi e piccini che rendeva la piazza del comune polesano palpitante di vita.

Dopo la pratica iscrizioni cominciamo a "caricare" i nostri piccoli campioni. Pietro, Luca e Camilla, Alessia e Irene e poi Valentina, tutti impegnati nel percorso della mini di 700 o 1500 mt a seconda della fascia di età. Tutti bravi e tutti premiati, come è giusto che sia, con le piccole rivalità che vengono smussate dai genitori i quali sono consapevoli del fatto che purché sia un bene abituarsi ad un pizzico di agonismo e a qualche delusione, è meglio che per ora la corsa sia davvero solo un bel gioco.

Espletato il nostro dovere di genitori ci prendiamo carico di quello di podisti e ci schieriamo dietro il gonfiabile. Io e Denis partiamo un po' indietro e rimaniamo chiusi nella calca della partenza, vedo scappare via Patrizio, Paolo e , più lontano, Mirko e Gianluca. Passata la ressa, scalo la marcia e mi metto a caccia di runner. Dopo 1 km raggiungo e supero Patrizio, poi piano piano arrivo dietro a Paolo e lo incito. Lui che, ad onor del vero, era venuto da Adria con la bicicletta fatica un po' a tenere il mio passo e così lo stacco e mi metto all'inseguimento di Mirko. L'impresa si rivela più complicata del previsto tanto che lo raggiungo solo dopo 5 km nel tratto sterrato che transita per il parco di villa Ca' Zen e sono a corto di ossigeno.

Superata la salitella che riporta sull'argine mi fermo al ristoro per bere e fare qualche passo, rivengo superato da Mirko che, al contrario di me, trova nuova vitalità nel tratto arginale e accelera nei tre chilometri finali. Mi accontento di recuperare qualche altro podista che stancamente si trascina verso il traguardo e nel rettilineo finale accelero ulteriormente gemendo ad ogni respiro come va tanto di moda tra le tenniste.

Chiudo poco sopra i 40 minuti (40.15) correndo 3 secondi al kilometro più piano dello scorso anno (starò mica invecchiando), un risultato incolore per una gara sempre bella ed ottimamente organizzata.

mercoledì 3 giugno 2009

02/06/2009 : 1^ Staffetta AVIS sinistra Po: Castelmassa - S. Maria Maddalena (RO).

La mia predilezione per le prime edizioni ha mietuto un'altra "vittima". Appena Michele mi ha accennato di questa particolarissima staffetta che si sarebbe corsa in questo martedì festivo, ho dato immediatamente la mia disponibilità alla partecipazione nonostante la lontananza e l'ora di partenza mi costringesse all'ennesima levataccia.
Al via si sono presentati 17 staffette composte da 4 atleti, un po'pochine probabilmente a causa dell'affollamento del calendario podistico, ricco di molti altri appuntamenti con più "tradizione" nelle immediate vicinanze. L'organizzazione è stata di prim'ordine: buoni i ristori presenti a tutti i cambi nelle piazze dei pesi toccati dalla gara (tutte chiuse al traffico e presidiate); professionale il servizio di cronometraggio e quello di assistenza medica; bello anche il servizio filmato visibile sul sito della salcus.

La squadra è la ormai collaudatissima "Gang della risata", oltre a me, l'immancabile Denis, Michele e Gianluca; ogni uno incaricato della sua frazione pensata su misura.

Denis parte per la prima frazione, gli tocca la parte più corta (5.5 km), più bella perché corsa a contatto con il resto degli staffettisti, e più carica di responsabilità perché sarà suo il compito di definire la velocità con cui dovremo correre tutti per ottenere un buon piazzamento nella classifica di regolarità vista la levatura della concorrenza in campo.

Al primo cambio parte Michele e mentre io gli grido di tenere i 4'.21", lui sgrana gli occhioni e mi manda, incredulo, velatamente a quel paese. La sua frazione di 8.7 km lo porterà da Calto a Ficarolo mentre noi in macchina cerchiamo un parcheggio ed un posticino tranquillo per ...

Niente da fare! Gianluca, scalpitante, deve affrontare la sua frazione di 13.4 km, la più lunga, senza aver scaricato le zavorre ma nonostante questo sfreccia cercando di mantenere il ritmo costantemente sui 4.30 sino alla zona cambio di Stienta dove aspettavamo tutti impazienti ma impegnati a fotografare i concorrenti che si susseguono negli spettacolari cambi volanti con un tocco di mano.

Finalmente è il mio turno dopo 2 ore di attesa i nervi sono a fior di pelle, sento la responsabilità del "final lap". L'ultima parte di gara è, sulla carta, di 9.6 km. Fatico ad indovinare il ritmo giusto, corro a sensazione, sono solo e cerco di calcolare mentalmente quanti minuti devo impiegare per portare a termine il mio compito. Arrivato in vista di Occhiobello intravedo lontana la concorrente che mi precedeva e noto i kilometri segnati per terra dai podisti locali. Un lap sul mio timex dichiara che corro tra i 4' e 20" al km e i 4'.30" forse un po' troppo forte ma poi so che sul finale rallenterò. Il traguardo mi coglie impreparato, troppo presto, troppo veloce, non capisco!

In realtà credo che i 9.6 kilometri siano stati molti meno e questo abbia falsato non poco risultati e classifiche; tuttavia, per quanto mi riguarda, il nostro 4^ posto nella classifica di regolarità mi soddisfa più per il transito sul palco con la foto di rito, che per il premio in se e poi mi sono davvero divertito e questo, realmente, non ha prezzo.

Ottima la prestazione anche della seconda staffetta del G.P. Avis Taglio di Po composta da Umberto Fabbri, Giuliano "alan" Ferro, il nostro keniano bianco Gabrio ed Adriano Liviero. Oltre ad essere stati più veloci di noi sono risultati secondi nella classifica di regolarità. Premio e foto con le autorità anche per loro!

lunedì 25 maggio 2009

24/05/2009 : 34^ Trofeo Pessinotto: Cona (Fe).

Non potendo essere con i nostri amici a Casalserugo (Pd) a causa di alcuni impegni personali Io e Angelo abbiamo dirottato la nostra attenzione su di una classica, dice Angelo, del podismo ferrarese. I 10 km di Cona(FE) vantano partecipazioni eccellenti , e nonostante domenica scorsa potesse annoverarsi tra le giornate di Maggio più torride del decennio, la partecipazione è stata nutrita e di altissimo livello.
All’appuntamento, nella piazza di Taglio di Po, si è presentato anche Cristiano Caboni e di buona lena il terzetto compostosi si è diretto in quel di Cona.

Arrivati con qualche minuto di anticipo abbiamo ritirato pettorali e pacco “di pasta” gara per poi cambiarci ed andare a scaldarci (!?!) lungo il percorso per godere della vista delle velocissime atlete della gara femminile (5 km). Alle 10 puntualmente tocca a noi e mentre ci sistemiamo dietro la linea di partenza mi accorgo che anche il veronese Giancarlo Barbieri è della partita. Dopo lo sparo il mio Garmin mi tradisce e decide di farmi fare tutta la gara alla “vecchia maniera” impostando il passo più a sensazione che con la consapevolezza della reale velocità a cui sto correndo. Cristiano è partito a 3.10 , 3.15 e già dopo 500 mt non lo vedo più; Angelo è nascosto in un “gruppone” che secondo i miei calcoli viaggia tra i 4.15 e i 4.20; io mi sistemo di fianco al “presidente” Fabbri e tento di tenere il suo passo.

Alla fine del primo dei due giri di 5 km, il caldo comincia a mietere le prime vittime, il gruppo dei 4.15 comincia a perdere pezzi come gli stati di un missile e numerosi podisti si staccano e vengono risucchiati dagli inseguitori.

Mi fermo al ristoro e bevo, anzi no, tracanno una bottiglia d’acqua, poi consapevole che quello che avevo davanti era l’unico tratto all’ombra riparto con un ritmo più sostenuto. Inaspettatamente comincio a superare e nonostante il caldo riesco a mantenere un buon ritmo galvanizzato dai sorpassi che si susseguono e fanno meglio di una bottiglia d’acqua.

Arrivo stremato alla conclusione con un discreto 44.34 (105^ ). Angelo chiude poco prima di me in 43 e rotti (91^) mentre Cristiano “finisce prima” dopo soli 5 km preferendo non compromettere la preparazione forzando inutilmente.

Ritorno a casa allegro e spensierato commentando, come al solito, tempi, condizione e voglia di correre di ciascuno di noi.

lunedì 4 maggio 2009

03/05/2009 : 13^ Correre in Pineta: Porto Viro (RO).

Per una volta niente levataccia, niente chilometri in auto, niente ricerca disperata di un parcheggio o della sistemazione della distribuzione dei pettorali. Se da un lato con queste agevolazioni si perde una parte del piacere della corsa legato a questi eventi, dall'altro l'alzarsi pochi minuti prima della partenza e recarsi sul luogo della competizione a piedi ha i suoi vantaggi.

Quest'anno nel meraviglioso percorso della pineta delle fornaci si è corsa una edizione "perfetta" della Correre in Pineta. Ottimo il meteo che ha bagnato la pineta la sera prima della gara e ci ha regalato il sole la domenica mattina, ottima l'organizzazione del buon Maurizio Preti, grazie alla fattiva collaborazione oltre che del consueto ed insuperabile G.P. Avis Taglio di Po anche dello staff della Polisportiva Murazze, che migliora di anno in anno la qualità dei servizi offerti.

Moltissimi i partecipanti, oltre 300 atleti al via con una nutrita partecipazione del nostro gruppo podistico, si parte alle 9 con i bambini tra i quali parecchi "figli d'arte" tutti bravissimi e tutti premiati. Alle 9 e mezzo spazio ai più grandicelli che si sono misurati con gli 8 (2x4) chilometri di percorso misto (strada, pineta) tanto bello quanto faticoso e "complicato" a causa dei continui cambi di ritmo.

Lo start mi coglie di sorpresa mentre stavo ancora cercando Denis con lo sguardo. Nonostante tutti predichino di moderare la velocità nel primo giro, nessuno accetta passivamente di essere sorpassato e per tutti i primi 4 chilometri faccio a "sportellate" con un gruppetto di podisti con il quale un po'borbottando ed un po'sbuffando mi alterno nel tenere l'andatura. Al secondo giro rompo gli indugi, niente ristoro e lieve aumento dell'andatura, comincio a "raccogliere" podisti esausti lungo la strada, soprattutto in pineta dove sembro (forse perché la conosco come le mie tasche) avere una mezza marcia in più. Denis oramai è sparito e supero Paolo prima dell'ingresso in pineta, gli altri non sono lontanissimi ma davvero non ho più modo di accelerare e cerco di mantenere la mia posizione cercando di non farmi superare da una ragazza che mi "francobolla" da 2 kilometri. La missione non mi riesce, la tizia mi supera e io non riesco a raggiungere Angelo ed Adriano che mi precedono di una cinquantina di metri, anzi verso la fine vengo colto da una sorte di crisi mistica e corro in trance agonistica fino al traguardo che taglio in poco più di 35 minuti.

Alla fine le belle premiazioni nella nuova tensostruttura che racchiude il campo polivalente alla presenza di innumerevoli autorità dello sport e della politica locale.

Menzione d'onore per mia moglie Betty che, per una promessa fatta a Nicoletta moglie di Michele Veronese, ha corso tutti gli 8 km arrivando al traguardo senza mollare mai. Brava! Seconda menzione a tutti i nostri bambini: Pietro (di Denis) Laurenti, Alessia (di Gianluca) Marcati, Nicola (di Michele) Veronese e, perdonate il cuore di papà,soprattutto Camilla (di Davide) Ferrari. Bravi! Terza ed ultima menzione per Valentina Milan, che con questa gara riceve il battesimo podistico ufficiale, con la speranza che questo sano "virus" la contagi e che la porti verso altre belle giornate di sport ed amicizia.

lunedì 27 aprile 2009

26/04/2009 : 4^ Bovolonissima: Bovolone (Vr).

Avevamo un simbolico e piacevole tributo da pagare,una promessa fatta ai ragazzi di Bovolone che ci avevano accompagnato durante l'avventura romana con il testa il bravo Giancarlo Barbieri.
Così messa in piedi non senza patemi la sestina "vincente" formata da me, Gianluca, Michele, Alessio, il presidente Umberto e un redivivo Damiano,con buona pace del grande assente Denis abbiamo deciso di cimentarci anche in questa nuova esperienza: la Bovolonissima, una staffetta a squadre composte da 6 atleti che si alternano in altrettante batterie.

Era dai tempi delle scuole medie (praticamente una vita fa) che non mettevo più le scarpette sul tartan di una pista di atletica e devo dire che la sensazione è stata bellissima.

Ma andiamo con ordine. L'inusuale partenza pomeridiana ha sfasato un po'le classiche routine del pre-gara, quindi niente pranzo ma, consci delle limitate possibilità agonistiche, abbiamo puntato molto sul ristoro post gara e siamo partiti, qualcuno sul furgone di Damiano, qualcuno sulla macchina di Michele alla volta di Bovolone carichi di speranze e vettovaglie.

La manifestazione ci è parsa subito ottimamente organizzata ed i partecipanti di un livello davvero elevato. Appena arrivati ci siamo accomodati su di un tavolo riservato al nostro TEAM che abbiamo prontamente protetto con un paio di ombrelloni che avevamo portato sperando nella clemenza del meteo.

Della gara non c'è molto da dire. Ogni uno di noi ha corso secondo le proprie possibilità ed il proprio "stile di corsa"; chi parte forte e arriva forte, chi parte piano per poi accelerare nel finale, e chi invece alla fine scoppia perché ha dato tutto. Ogni uno dei nostri eroi inanella dagli 11 ai 13 giri sotto una pioggia battente che durante la gara infastidisce relativamente, ma durante le attese, coadiuvata da un forte vento freddo,ha gelato animi e corpi del sestetto delle meraviglie.

Le batterie si sono susseguite veloci e organizzate: doppio controllo alla partenza e due chip per ogni squadra che davano i tempi e le velocità al millesimo di secondo (ho sentito addirittura qualcuno sorteggiato per l'anti doping); classifiche consegnate pressoché in tempo reale dopo ogni frazione da una simpatica ed infreddolita signorina; pasticcini per un pronto recupero di zuccheri.

Alla fine tutti premiati e contenti, calzini offerti dallo SPORT LIFE di Giancarlo, maglia tecnica Adidas dell'Altetica Bovolone e uno scatoloncino di generi di conforto ad ogni componente del gruppo.

Unica nota negativa la lungaggine nella consegna dei premi, cosa tuttavia inevitabile visto che sono stati premiati praticamente tutti e 258 gli atleti presenti qualcuno con più di un premio, che ci ha "costretto" a tornare a casa dopo le nove, stanche e infreddoliti ma felici di aver fatto anche questa particolare esperienza.

lunedì 6 aprile 2009

05/04/2009 : 12^ Maratonina dei DOGI: Dolo (Ve).

Caricati all'inverosimile dalla maiuscola prestazione ottenuta alla maratona di TREVISO, io, Paolo e Denis abbiamo deciso, un po' incoscientemente, di tentare il colpaccio alla maratonina dei Dogi che si correva la domenica successiva con partenza da Fiesso d'Artico.
Nonostante ci avessero quasi tutti sconsigliato ci siamo alzati di buon mattino e una volta recuperato Patrizio, che prepara come al solito questa gara con metodo e dedizione per tentare qui di infrangere il proprio personal best, ci siamo diretti ad Adria per recuperare Paolo ed Alberto, reduce anche quest'ultimo da una eccellente prestazione alla maratona di Roma che gli ha lasciato però ben 2 settimane di tempo per il recupero.

Fortunatamente l'ottimo Paolo aveva come al solito già ritirato i pettorali per tutti (non finirò mai di ringraziarlo) permettendoci di percorrere la strada e cercare il parcheggio in tutta calma.

Un breve riscaldamento con l'orecchio teso ad ascoltare i doloretti di muscoli e tendini che "si lamentano" di averli costretti a correre anche questa domenica dopo aver già sofferto (nel mio caso davvero troppo) la domenica precedente.

Tensione a mille prima dello start, Paolo è in trance agonistica e si eclissa inserendosi tra il gruppo di testa, io, Denis e Patrizio spariamo numeri a caso nel dichiarare la velocità che terremo.

Parto veloce, non mi sembra nemmeno di fare fatica, i miei compagni mi chiedono di rallentare ma io li chiamo con me e li invito a tenere il mio passo. Tutto sembra funzionare bene fino al ristoro del 10 km. Faccio 2 passi sorseggiando un po' d'acqua ma quando ricomincio a correre la testa comincia a girarmi, esce anche il sole che assieme alle 4 gocce di pioggia di qualche minuto prima porta il tasso di umidità a livello di foresta tropicale.

Al tredicesimo sbuffo come una locomotiva, di questo passo posso durare solo un paio di chilometri, scorgo Paolo affaticato quanto me, raccolgo le ultime energie e lo supero ostentando freschezza, forse speravo in qualche droga psicologica, ma quando il fisico dice basta ... non c'è stimolo che tenga. Stringo i denti fino la ristoro del 15^ km. e la mia corsa finisce lì. Cammino per qualche centinaio di metri, mi supera Patrizio, trotterello per un altro chilometro poi di nuovo al passo. Al 17 mi risorpassa Paolo, lo lascio andare ormai cerco solo di arrivare alla fine il meno sconvolto possibile.

Nonostante le lunghe camminate ho accumulato un discreto score nei chilometri precedenti e quando mi accorgo che posso stare sotto l'ora e quaranta, la dignità mi impone di salvare la faccia e, come ai bei tempi, faccio un duemila in progressione degno di chiamarsi tale.

Finirà in 1.38.32 ... il solito tempo insulso realizzato in una gara che comunque mi ha insegnato che ... chi troppo vuole ...

lunedì 30 marzo 2009

6^Maratona di Treviso. 6 piedi che corrono, 6 mani che scrivono.

Denis:

Ho segnato il 29 Marzo nel mio calendario corse, come un appuntamento dal dentista.

La Treviso Marathon è una manifestazione che mi affascina, e pensare di correrla non in perfetta condizione fisica, ha reso angosciante l'attesa del fatidico giorno. A poco sono servite le massacranti ripetute con i pelati Snu (Davide Ferrari) e Rece (Paolo Franzoso). Durante le ultime settimane di allenamento: il mio fisico ed in particolare le mie gambe, hanno sempre dato segnali di stanchezza. Tutt’altro i miei compagni di corsa che, sempre più in forma, hanno alimentato di conseguenza i miei dubbi sulla mia reale forma fisica.

In pratica dopo Reggio ho corso con gambe simili più a quelle di un tavolino che a quelle di un felino. Niente da fare, il 29 marzo mi aspetta il trapano del dentista ...e non è nemmeno prevista l'anestesia locale.

Già ad occhi aperti a causa delle raffiche di vento e pioggia che si abbattono sugli scuri, il trillo della sveglia serve solo a ricordarmi, i 42 km e 195 metri che mi entrano, facendo male, nella testa pur sapendo che li dovrò affrontare tutti per vincere questa gara con me stesso.
Il sole primaverile che c'era stato fino alla settimana prima oggi latitava e mi stavo rassegnando a correre la mia ennesima maratona annacquata.
Sempre indeciso a come vestirmi; dopo circa venti minuti di defilè, cambiamenti e prove d’abito, finalmente mi sono deciso per il completino Mizuno giallo/nero. Poi eseguo le stesse preparazioni di sempre: sistemo la borsa per la gara, calzini maglietta, pantaloncini, biancheria pulita e pomate varie, mentre un SMS di Rece mi avverte che è “l'ora x” dandomi quella punta di buon umore che non guasta mai
Anche quest'anno, ci apprestiamo a vivere l'ennesima avventura che ha inizio in piena notte quando 3 disperati maratoneti ed una fidanzata, si catapultano a Vittorio Veneto per correre la 6^ Treviso Marathon, per provare ancora una volta l'ebbrezza dei 42 km.

La fidanzata di Rece è la paziente Lorenza, che oltre a portarci con la macchina a pochi metri dal via, si incarica di fotografare i tre extraterrestri, di aspettarci a Treviso e di sopportare tutte le nostre paturnie.

Arriviamo verso le sette a Vittorio Veneto che, ancora sotto le coperte, ci accoglie girandosi dall'altra parte.

Scendiamo dalla macchina e subito siamo alla ricerca di un bagno. Nel solito bar tre simpatiche ragazze che, “come i soldati al fronte preparano le munizioni”, stanno accatastando le tazzine per il caffè, e aspettano il momento dell'attacco.. Dopo che ci siamo cambiati, consegniamo le sacche, poi tutti nella nostra gabbia blu.

La Trevisomarathon doveva essere la maratona che fa primavera ! Eccola la primavera, ho pensato la notte della vigilia, caratterizzata dal mal tempo che stavolta non ha per niente scherzato ed ha messo insieme freddo, pioggia e vento. Ha comunque coinvolto i tanti runners che già dalle prime ore del giorno si sono fatti trovare pronti a Vittorio Veneto.

L’unica grande preoccupazione notata nei volti di tutti era il meteo, si sperava che potesse quanto meno migliorare un po' e che ad un certo punto si potesse correre in una situazione più o meno normale...


Paolo:

3 mesi di preparazione, iniziata con il solito spirito di allenamento per una 42 al di sotto delle 4 ore, ma con il passare delle settimane la serietà dei miei allenamenti e dell’alimentazione, mi hanno portato a migliorarmi nelle prestazioni di training fino ad arrivare al test di 30 km dove effettivamente ho tastato con mano la netta evoluzione.

A tre giorni dallo start della Treviso Marathon il mio peso era calato di 6 kg circa e il mio stato di allenamento si poteva definire ottimo visti i miei standard podistici fino ad ora conseguiti.

Con l’avvicinarsi del fatidico 29 marzo 2009, giorno in cui si correva la 6^ Maratona di Treviso, la mia convinzione era sempre più nitida e la mia motivazione era sempre più tangibile.

Sono ancora un novello delle maratone, ne ho corse e terminate 3 finora ma l’emozione che mi ha dato preparare quest’ultima di Treviso è stata tanto particolare che neanche alla mia prima ero così teso ed emozionato nei giorni precedenti. La Morosa ha sopportato questi miei assilli per tutta la preparazione ed è stata sempre accondiscendente cercando di assecondarmi sulle mie vicissitudini podistiche e sui soliti discorsi patetici e sicuramente per lei noiosi; è una virtù che non saprei come ripagare.

Finalmente arriva il giorno fatidico!!!! Già da qualche giorno il meteo prometteva maltempo, ma la speranza bisbigliava “magari la mattinata è solo nuvolosa e non pioverà” anche se comunque ero quasi convinto di correre la mia prima maratona sotto la pioggia.

Sveglia alle 5!!! Sbirciata dalla finestra, piove.

Finalmente partiamo, sempre con Lorenza al mio fianco e andiamo a prelevare gli amici che hanno condiviso le uscite più lunghe e le gare più divertenti e che saranno protagonisti assieme a me: Rich (Denis Laurenti) e Snuciti (Davide Ferrari).

La pioggia è veramente tanta ed insistente e oramai c’è la certezza di correre sotto l’acqua.

L’emozione è tanta, entriamo nelle gabbie di partenza coperti da tutoni bianchi modello RIS di Parma da togliere un minuto prima dello start. Alla pioggia non penso neanche più, “chissenefrega” .

Davide:

Alle 20.43 di sabato 28 Marzo 2009 dal mio cellulare partiva all’indirizzo dei miei compagni di avventura il seguente messaggio : “ Signori, vorrei essere confortato sul motivo per cui domattina dovrei alzarmi alle 4, farmi 100km di macchina per poi mettermi a correre per 42 km sotto una pioggia che si preannuncia ‘abbondante’ … ma chi me lo fa fare?”

Qualcuno di loro mi ha suggerito di rimanere a casa, ma qualcun altro mi ha ricordato che sono un runner e che questo è il destino che mi sono scelto quando ho lasciato che il virus della corsa contagiasse la mia mente, il mio corpo, la mia vita!

Alle 5 e mezzo sono già in piedi. L’ansia non mi ha fatto dormire e nonostante sia la mia undicesima maratona non mi sono ancora abituato alla tensione che mi assale puntualmente prime di ogni gara.

La formazione in campo è quella dell’ultimo test sui 30km fatto a Ferrara: io, Paolo “rece” Franzoso e Denis “Zizza – Richard” Laurenti; ci accompagna con un immenso sacrificio e grande segno d’amore, Lorenza, la fidanzata di Palo, che oltre a portarci con la macchina a pochi metri dal via, si incarica del reportage fotografico, di tornare a prenderci a Treviso e di sopportare le nostre pesantissime e rituali conversazioni da podisti.

La partenza per l’avventura.


Denis:

Ore 9,30: siamo in gabbia: 4000 bipedi seminudi incartati nel domopak sotto una bufera di vento e pioggia, noi in tuta bianca sembriamo i carabinieri dei RIS di Parma .... quando mai si ha l'occasione di vedere una bizzarria del genere.

Ore 9.45: si sente lo sparo, lo speaker ci esalta. Si parte, ma qui, in coda al plotone, siamo ancora fermi. Mi alzo sulle punte per guardare cosa succede davanti.

Vedo lo striscione della partenza, sullo sfondo di un cielo di color grigio scuro.

E’ il nostro turno, foto di Lorenza e via ... corriamo le prime centinaia di metri, più che correre mi sembra di scivolare via ...è l'effetto trainante dell’evento.


Il primo km è piuttosto triste rispetto agli anni precedenti. Il poco pubblico presente sembra avere la voce arrugginita dalla pioggia.

Snu ha le gambe infuocate, io e Rece lo seguiamo rimproverandolo quando aumenta il passo. Il ritmo tenuto nei primi km è leggermente più basso di quello prefissato (4,45/4,50), ma non eccessivamente, la mia è solo paura, conoscendo la tattica "suicida" con cui io e i miei due compagni corriamo le lunghe distanze.


Comincio a prendere il ritmo dal quarto km, quando ormai siamo fuori da Vittorio Veneto e la strada si allarga. Salto il rifornimento del quinto km. Sto bene, la pioggia mi mantiene in temperatura, non ho fame ne sete. Comincio a recuperare 5-10 secondi al km, anche se sento che non sarei in grado di aumentare ancora. Mi impongo di bere al prossimo rifornimento, pur non avendo sete.

Si corre e si procede regolarmente senza nessun disturbo. dopo aver percorso più di 10 km, mi rendo conto che le gambe vanno. Miracolo ... evviva San Gennaro ...oops ...San Tommaso. Una scarica di adrenalina mi spinge davanti a Snu chiamando i miei tigrotti di Mompracem alla carica, all'arrembaggio di quel gruppetto di gambe scalpitanti davanti a noi di una ventina di metri. Rece però mi riporta alla realtà facendomi notare che il mio passo da papera è troppo veloce. Ubbidisco e mi riporto mio malgrado in scia.


Paolo:

Pronti, partenza, VIA!!!!

A passo lento cominciamo ad avviarci per questa nuova impresa cercando di arrivare ad un passo stabilito precedentemente di 4:55 al km.

10° km: siamo ancora assieme tutti e tre, anzi troviamo anche un altro amico palesano UGO. Il passo è perfetto come preventivato nei giorni prima. L’acqua scendeva e non accennava a fermarsi ma sinceramente non dava fastidio, anzi creava un raffreddamento oltre che fisico anche mentale aiutando a farci capire che forse a quei 3500 partenti qualcosa mancava nel cervello. La prima frazione tutto sommato non si po’ certamente commentare anche perché tra una chiacchiera e l’altra 10 km sono volati.

Davide

Alle 8 siamo già pronti a partire, il rituale della vestizione questa volta è più complesso del solito, consapevoli della pioggia che avremo trovato ognuno di noi ha escogitato qualcosa per mantenersi caldo e asciutto nei momenti prima della partenza.

Partiamo, noncuranti della pioggia che già dopo il primo chilometro diventa un ricordo, una specie di rumore di fondo al quale ci si abitua, ci si fa il callo, fino ad ignorarlo. Il primo chilometro è lento ma già dal secondo mettiamo la marcia giusta e fatichiamo a trattenere i cavalli. Mi sento debole, mi gira un po’ la testa ma il movimento della corsa ormai viene automatico ed il cervello pensa a tutto al di fuori di “come correre” . Il nastro, umido, d’asfalto scorre sotto i piedi, i soliti giochi, le solite battute, il bello della corsa in compagnia, tutto questo e non mi accorgo nemmeno che è già arrivato il decimo chilometro … meno di 50 minuti … bravi, penso.

Finalmente la mezza maratona:


Denis:

I primi 21 km con Rece sono stati una favola, sono arrivati in 1.44’, sotto i 5.00 al km, mi sentivo bene, fresco e pieno di energie, ho pensato (ingenuamente, sig!) se continuo così veramente chiudo sotto le 3.30.00, intanto lo Snu ci stacca e vola davanti a noi.

Il passaggio sul Piave, da sempre segna la svolta. Nonostante il brutto tempo c'è un po' di pubblico. L'incitamento, la salitina iniziale e la discesa invitante dopo il ponte di solito manda fuori giri un bel po' di gente, che dopo 20 Km abbastanza piatti accelera un po' troppo, qualcuno già comincia a camminare o a rallentare vistosamente. A questo punto la strada, ampia e diritta si fa noiosa, e dopo l'euforia del Piave, arriva la depressione.

Il vento ed i freddo iniziano a darmi le prime avvisaglie che i problemi peggiori devono ancora arrivare e in modo molto repentino cala il mio ritmo.


Paolo:

20° Km: L’amico Snuciti era già dato per perso dal 15° io e Denis dopo un piccolo pit stop corporale siamo ripartiti mentre Snu si è fermato al ristoro per rifornirsi di cibo vista la blanda colazione. Con Denis ripartiamo e ci diciamo che Snu non poteva essere tanto indietro e che ci avrebbe raggiunti presto.


Davide:

Nonostante la pausa pipì del 5 Km, arrivati al 15^ Denis e Paolo mi chiedono di rifermarsi ; io, che ho la sindrome del cammello e la pipì la faccio una volta sola, tiro dritto pensando di farmi raggiungere al prossimo ristoro. Con rammarico noto che i miei soci non si fanno più vedere e decido di proseguire da solo almeno fino alla mezza maratona che puntualmente arriva dopo soli 103 minuti.

Sbattere contro “il muro”.


Denis:

25° Km: viene meno la freschezza muscolare iniziale, la fatica inizia a farsi sentire, il passo è ancora in spinta ed i movimenti sono ancora ben coordinati, ho però la sensazione di non avere più carburante "buono" nei miei sebatoi.

Attendo con impazienza il momento della crisi. Più o meno al 26esimo mi accorgo di non recuperare più i pacer delle 3.30. Mi sento molto stanco e la strada è ancora tanto lunga.

Eccoci giunti al mitico trentesimo, si aprono le porte dell’inferno, inizia la Via Crucis, si entra nell’essenza della maratona, fin qui è stata abbastanza facile ma d’ora in poi il gioco si fa più duro. Il 30°km è quello più lungo e non finisce mai, quello delle decisioni e delle scelte giuste. I primi 30km si possono fare ma adesso siamo davanti alla professoressa Maratona e vuole vedere se sei veramente pronto per il grande salto. E questa volta non sono pronto! In realtà è il mio fisico che mi chiede di fermarsi.

Al ristoro Rece mi abbandona, sono in piena crisi, il vortice della maratona mi sta risucchiando, la sensazione è quella di non avere più un briciolo di energia e le gambe sembrano degli organi estranei al mio corpo, bisogna però considerare che le stesse sofferenze assalgono anche altri atleti (qualcuno anche in modo più acuto) e come le affrontano e le superano gli altri, lo devo fare anch’io !

Non si può mollare, bisogna convincersene, bisogna concentrarsi e cercare di mantenere il passo, se tenti di divagare con la mente ti ritrovi a camminare senza rendertene conto perché è questo che vuole il tuo fisico.

Dopo questi bei discorsi, sto anche pensando di fermarmi al 35° ... che senso ha procedere così sino alla fine, ma poi non sono nemmeno in classifica, penso. E poi, niente medaglia da portare a mio figlio.

Al 37esimo le gambe cominciano a cedere.

Paolo:

30° Km: poco prima della mezza maratona perdo di vista Denis che mi dice vuole fermarsi a mangiare mentre io con un fugace ristoro proseguo sempre con il mio passo vedendo Ugo ad una cinquantina di metri che come un orologio svizzero prosegue a macinare kilometri. Devo prenderlo. Dopo il 21° la mia testa comincia a pensare che altrettanti chilometri sono tanti, duri e faticosi ed è da lì che comincia la ns. piccola impresa. Per questo voglio raggiungere Ugo; sono solo, non ho compagni con cui scambiare qualche parola per distrarre la mente, magari Ugo mi potrà dare qualche consiglio o qualche parola di conforto vista la sua esperienza di un quarto di secolo da podista. Finalmente subito dopo il ristoro dei 25 lo aggancio, salutandolo e mi affianco a lui che mi chiede subito di Denis e Snuciti. Dopo un paio di km fatti assieme, Ugo mi dice “Ragazzo va pure avanti fa la tua gara”. Non so cosa mi sia scattato in testa a quel punto, forse la convinzione di poter fare veramente il colpaccio (sempre a livello personale s’intende). Non ho accelerato ma ho mantenuto sempre costante il passo che forse stava un po’ calando per la fatica di portarsi dietro scarpe fradice per 30 km e pioggia incessante.

40° Km: dopo il 30 la maratona si fa dare del lei e la pioggia aumenta ancora d’intensità mettendoci in ulteriore difficoltà. La mia mente sta calcolando tempi e strategie per poter realizzare un personal best con i fiocchi. Mancano una decina di km all’arrivo. Mi dico “non sono niente, quante volte fai 10 km in scioltezza senza problemi” ma allo stesso tempo penso all’applicazione del principio di Pareto, nonché al teorema del maratoneta e cioè "l'80% della fatica si fa nel 20% finale del percorso ovvero quando arrivi al 34° km non sei a circa 8km dal traguardo ma hai appena cominciato la Maratona". Per me la Maratona comincia al 21° ma questo teorema posso dire che è sacrosanto. La testa direi che c’è ancora, vorrei addirittura aumentare un po’ il passo per concludere in bellezza ma le gambe fanno veramente fatica, il passo è sempre uguale ma mi sembra di avere un rimorchio da trainare. Sono veramente stanco ma consapevole che sto facendo il mio personal best e che personal best!!


Davide:

Ormai sono rassegnato, questa maratona la correrò da solo con i miei pensieri, penso. Mentre transito sul Piave e la fatica comincia a farsi sentire intravedo qualche centinaio di metri avanti una insolita concentrazione di corridori … sono i pacers delle 3.30! Sento una scarica di adrenalina nelle gambe, scalo la marcia e li raggiungo. E’ la prima volta nella mia vita che corro con loro e una gioia incontenibile mi pervade a tal punto che la mia gara poteva anche finire lì, sarebbe bastato che uno di loro si fermasse e mi mettesse la MIA medaglia al collo.

Non ho molti ricordi dei 10 chilometri corsi con loro. Un ristoro veloce al trentesimo, per non perdere il loro treno, compromette le mie già precarie condizioni fisiche. Sento le loro urla di incitamento che scandiscono i kilometri: 31, 32 … una barzelletta con la quale ridiamo in pochi, 33, 34 … il primo crampo al polpaccio destro, 35 … mi devo fermare al ristoro e poco male se i palloncini se ne andranno e dovrò rinunciare alla loro confortante sensazione di sicurezza a protezione, non riuscirei a tenere quel ritmo per un altro metro. La pausa si fa più lunga del previsto, tremo e non riesco ad aprire la bustina di sali tanto che un po’ la bevo e un po’ la ingoio. Quando riprendo a correre inizia il mio calvario, forse fermarmi non è stata una grande idea, adesso i crampi sono fortissimi e ogni chilometro sembra moltiplicato per tre.

Il gran finale


Denis:

Corricchio fino al Km 39, poi calo, ristoro del Km 40 calo ancora, Km 41 in centro Treviso, sanpietrini viscidi, transenne che mi cadono addosso, vento e pioggia che taglia le gambe. Km 42, un’inferno ! C'è un tempaccio! Perfino le tribune sono deserte.

Comunque sia, la gioia di arrivare alla fine di una maratona é sempre grande e come sempre i miei occhi iniziano a lacrimare...non c'é niente da fare

Taglio il traguardo malamente, ma e’ finita ! Guardo il Garmin e penso che nonostante tutto, il tempo è di poco sotto le 4 ore (3h56’) , ma ora questo e’ relativo. Penso a casa, alla mia famiglia, al tempo rubato a loro e al desiderio di ripagarli da subito, dedicando più tempo a mio figlio Pietro ed alla mia paziente moglie. Un immenso grazie !!
Un grande applauso a tutti i maratoneti che ieri hanno finito la corsa nonostante la fatica, il freddo e la pioggia. Un grande ringraziamento alla gente lungo il percorso, ai volontari e non, che nonostante il tempo inclemente ci hanno aiutato lungo tutto il percorso.

Mi avvio verso il ritiro borse, anche questa maratona è finita. Sento scorrere sul mio corpo le gocce della pioggia che mi ha accompagnato per tutti i 42km.

Unico neo nell’organizzazione, la indirizzerei alla logistica presso lo stadio di Treviso, con i passaggi stretti e con le file che si sono create tra una zona dello stadio all’altra ed un ristoro finale un po’ “misero”.

Gli spogliatoi maschili avevano l'aspetto da Lager. Per metà erano sotto acqua, per l'altra metà erano sovraffollati, decido quindi di cambiarmi nella tenda adibita ai massaggi, trovo il mio mezzo metro quadro in una pozzanghera con del ghiaino che permette di restare a galla. Lo dichiaro territorio di mia esclusiva proprietà gettando il foglio di nylon col quale mi sono coperto all'arrivo.


Paolo:

42° km: Entriamo a Treviso per la parte nel centro storico, al ristoro non mi fermo altrimenti non sarei mai più ripartito, un altro partecipante superandomi mi batte sulla spalla e mi dice “dai andiamo non mollare” ma io non sto mollando, sono costante. Lo so che fare gli ultimi due in progressione è meraviglioso ma non ci riuscivo … forse si, le ultime forze ci sono … noooo, una salita di un centinaio di metri sul ciottolato in pieno centro di Treviso … mi spacca le gambe ma tengo il ritmo ... al 41° km vedo un pazzo che parla ed impreca da solo disperato “ma è Snuciti!!”, ma allora era davanti e non lo sapevo. Provo ad urlargli qualcosa che in realtà era anche un incitamento ed uno sfogo per me, lo supero e riesco a fare l’ultimo km più veloce degli ultimi 18. Se mi fossi fermato per fare l’ultimo kilometro assieme, probabilmente non sarei più ripartito e sarei ancora a Treviso alla fine di quel vicolo infinito.

Rettilineo finale, sprint della disperazione e gli ultimi 100 metri comincio ad esultare come Tardelli dopo il gol alla Germania nel 1982. Lorenza è lì su quel rettilineo assieme a mio nipote Luca, fradici pure loro, li vedo con la coda dell’occhio ma non so se riesco a girarmi per salutarli, sono irrigidito dall’emozione e dalla fatica, taglio il traguardo in 3h32’10”. Immediatamente scoppio in un pianto di sfogo e gioia. E’ la soddisfazione di aver portato a termine questa 42 con un tempo del tutto avverso e con il cronometro appena sopra le tre ore e mezza.

Mi giro vedo che è arrivato Snuciti gli vado incontro consapevole anche del suo personal best e lo abbraccio stringendolo con le ultime forze rimaste.

Sono a pezzi, la pioggia continua a scendere incessantemente e faccio fatica a muovermi, mi viene ancora da piangere e lo faccio, fiero e contento nonostante qualcuno lì fuori possa considerarmi fuori di testa.

Ora il freddo mi sta prendendo dappertutto e sto battendo i denti. Mi sento veramente quasi morire, il ristoro finale quasi non lo facciamo tanto era il freddo e la voglia di mettermi qualcosa di asciutto addosso.

Denis e Ugo concluderanno poco più tardi la loro gara portando a casa sempre un lodevole risultato sotto le 4 ore, che in quelle condizioni è sicuramente un risultato da incorniciare.

Davide:

Ecco il 40 la mia testa mi dice che è finita, medito seriamente di fare gli ultimi due chilometri camminando perché ad ogni passo sento un morso alle gambe. Una ragazza, che avevo superato qualche chilometro prima, mi vede fermo ad imprecare contro i miei polpacci come un pazzo visionario dopo una dose di chissà quale stupefacente, mi prende sottobraccio e mi accompagna per qualche decina di metri, troppo male, urlo e le chiedo di lasciarmi, di continuare la sua corsa per me è finita non ne ho più. 41esimo! Sento le urla di incitamento del pubblico sotto i portici, “grazie, grazie signora … ma non ce la faccio proprio ho i crampi!”, sento un urlo dietro di me: -“Dai Snuuuuuu ‘ndemo!”. E’ Paolo, sembra fresco, sicuramente più pimpante di me, provo a seguirlo ma la caccia dura meno di 10 metri.

Il traguardo è alla fine del rettilineo, non ho nemmeno il coraggio di cercare Lorenza che dovrebbe essere li per fotografarci, foglio solo arrivare, voglio porre fine a questa agonia. In quei 100 metri finali mi hanno superato in tantissimi, a me sembravano un milione tutti in progressione e tutti felici … ancora qualche metro e STOP, l’indice della mano destra preme il fatidico pulsante su forerunner , leggo 3 ore 33 minuti e 32 secondi … è record!

Cerco Paolo voglio complimentarmi con lui, ci troviamo dopo qualche secondo e non ci scambiamo neanche una parola solo un lungo,forte e liberatorio abbraccio. Gli chiedo di Denis mi risponde dicendo che si sono lasciati al ventesimo chilometro e che non sa cosa sia successo; meglio muoversi piove forte e noi doloranti e gelati ci mettiamo alla vana ricerca di un posto asciutto per cambiarci.
                                         
                                              Grazie a …
Denis:

Ah dimenticavo, i miei “Bravi” compagni Snu (PB 3h.33’) e Rece (PB 3h.32’) già sdraiati su due comodi lettini si stanno lasciando piallare…oops…massaggiare le gambe più attratti dalla bellezza della massaggiatrice, che da una reale necessità, credo!!

Alla prossima…Forse !!

Paolo:

La soddisfazione e le emozioni avute in quella splendida giornata difficilmente saranno dimenticate. Grazie a me stesso ma soprattutto grazie a Lorenza che è sempre pronta ad accompagnarmi e supportarmi e subire i soliti discorsi podistici pur di vedermi felice. Dedico a lei questa mia personalissima vittoria. Ti amo.

Davide:

Risparmio ai lettori l’agonia che è seguita, cito come di dovere i volontari che sono rimasti per ore sotto la pioggia qualcuno nell’inutile (oggi) compito di presidiare gli spugnaggi, grazie ai coraggiosi tifosi che nonostante le avversità climatiche ci hanno applaudito chiamandoci “eroi”ed infine un grazie agli amici Denis e Paolo che spesso mi accompagnano rendendo indimenticabili anche giornate come questa!

lunedì 9 marzo 2009

08/03/2009 : FerraraMarathon 2009. Ferrara (FE).

Ad una sola settimana dell'avventura romana i run4funner, orfani dell'infortunato Cristiano, ma che hanno adottato tra le proprie fila il buon Paolo (Benito) Franzoso,si sono misurati con la versione light della maratona di Ferrara.
Ottimo test per verificare la preparazione sulla distanza in vista dell'impegno che ci attende a fine mese nel capoluogo della marca, le premesse per far bene c'erano tutte: la compagnia era delle migliori, il meteo ci ha regalato uno splendido sole senza esagerare con la temperatura e la modifica del percorso, rispetto a 2 anni fa quando l'avevamo corsa io e Denis, pur introducendo un faticoso cavalcavia ha aggiunto una piacevole galoppata sulla pista ciclabile che da Ferrara porta a Vigarano Mainarda, togliendo il fastidioso tratto in aperta campagna.

Prima del via i soliti problemi sull'abbigliamento da indossare, anche perché in questo periodo dell'anno si vedono le situazioni più assurde e ci capita spesso di preparaci con una maglia lunga per poi vedere uno in canottiera e mentre torniamo per toglierci la maglia giudicata troppo pesante passa uno con i guanti ed il berretto mandandoci in corto il cervello. Rotti gli indugi ci siamo schierati alla partenza pochi minuti prima del via, l'affluenza di partecipanti a questa manifestazione non è di prim'ordine (dopo i 10.000 di Roma è difficile giudicare partecipate questo tipo di gare)ma nonostante tutto tra maratona, 30km e competitiva di 11 km, il colpo d'occhio alla partenza non era male e l'emorragia di podisti si è distribuita per le vie del centro di Ferrara dopo lo start.

La nostra gara è stata condotta in maniera sapiente ed oculata, tutti e tre abbiamo tenuto un ritmo costante di pochissimo sopra i 5 al km cercando di non perdere troppo tempo ai ristori per non dover recuperare troppo nei kilometri successivi. Alla mezza maratona io e Paolo, abbiamo cominciato una lunga serie di sorpassi, forti del fatto che la nostra gara sarebbe terminata di li a poco e dal comportamento "conservativo" tenuto fino ad allora, il nostro ritmo è salito anziché calare, di chilometro in chilometro, tanto che dopo il veloce ristoro del 25^ abbiamo inanellato i lap più veloci di tutta la gara.

Alla fine chiuderemo questa 30 km in 2.30 esatte e qualche minuto dopo arriverà anche Denis, affaticato dai lavori veloci fatti durante la settimana precedente; prestazione che ci fa ben sperare per il 29 Marzo quando dovremo confrontarci con la regina delle gare su strada e con il meraviglioso pubblico di Treviso.

lunedì 2 marzo 2009

01/03/2009: 35^ Romaostia half marathon. Roma (RM).

E così è arrivata anche la Roma Ostia. Dopo aver prenotato viaggio e stanze a fine Novembre ci eravamo quasi dimenticati di questo appuntamento che forte degli oltre diecimila runners iscritti si fregia di essere la mezza maratona più partecipata d'Italia riportandolo persino nel retro della meravigliosa medaglia di partecipazione.
L'avventura "capitolina" inizia sabato mattina presto. L'appuntamento con Denis è per le 5 e io sono reduce da una cena con amici che mi ha costretto a tornare a casa satollo ed in ritardo sui miei programmi. Una nebbia fittissima ci accompagna fino a Rovigo dove troveremo il pullman carico di podisti che hanno aderito a questo viaggio organizzato dal bravissimo Giancarlo Barbieri, titolare dello Sport Life di Bovolone (VR), nostro "pusher" ufficiale per l'abbigliamento sportivo. L'iniziale imbarazzo, frutto della scarsa conoscenza con il resto del gruppo e dall'ora mattutina, viene perentoriamente rotto dalla dilagante ed esplosiva simpatia di Denis che tiene alto il morale del gruppo sino all'arrivo nella città eterna.

Una breve sosta presso le Terme di Caracalla, dove è stato allestito l'expo, per ritirare pettorali e pacco gara compreso quello del latitante Bob, e poi via alla ricerca di una trattoria per rifocillarci prima della visita alla città.

Purtroppo al ritorno dal pranzo abbiamo scoperto con sommo rammarico che qualche delinquentello aveva preso di mira la nostra "corrierina" rompendo il vetri della porta e facendo razzia di tutto quello di vendibile trovato a bordo. Sono spariti macchine fotografiche, iPod, occhiali e per qualcuno anche denaro o persino il pettorale della gara.

Questo spiacevole inconveniente si è rubato anche parecchio del tempo che avevamo pensato di dedicare alla visita della città, nonostante tutto dopo l'iniziale sconforto abbiamo pensato tutti di non lasciarci rovinare questa bella avventura e dopo essere passati per il bellissimo hotel situato a 100 mt. dalla start-line dove ci siamo riposati e rifocillati, siamo saltati sulla metropolitana con destinazione Piazza di Spagna e zone limitrofe dove ci siamo lasciati trasportare dalla "dolce vita" romana tanto che è arrivata l'una di notte prima che appoggiassimo le stanche membra sul letto (e anche se questa scarpinata ci è costata qualche minuto sul tempo finale, pazienza, ne è valsa davvero la pena).

La mattina della gara, cielo grigio come ampiamente previsto con minaccia di pioggia nei dintorni del lido di Ostia. Dopo un'abbondante colazione, grazie alla posizione strategica dell'albergo, abbiamo avuto il tempo di rilassarci in camera espletando nella tranquillità della nostra cameretta ogni sorta di impellenza. Quindici minuti prima dello sparo inizia il nostro riscaldamento; la manica corta in virtù della temperatura esterna che si attestava sui 13 gradi ed un telo per coprirci dalla frescura mattutina, che abbiamo gettato di li a poco.

Alla partenza il colpo d'occhio è da mozzare il fiato. Un fiume umano che scorre lungo la strada e che si mostra in tutto il suo splendore complice una leggera discesa seguita da un piccola salita dopo il primo chilometro. Cerchiamo di indovinare il ritmo giusto da tenere anche se, come sapevamo, non era una impresa facile a causa del percorso ondulato dei primi 10 chilometri che intervalla tratti in cui fatichi molto a momenti in cui ti sembra di avere le ali ai piedi.

Dopo 4 chilometri, durante una discesa, spingo un po' sull'acceleratore. Denis sceglie di non seguirmi (ha impostato una gara per rimanere sotto l'ora e 45) e mi lascia andare confortato dalla musica del suo iPod. Affronto con fatica i chilometri più difficili, dopo il ristoro del 5^ si ricomincia a salire, a volte, come nel caso del tratto tra il 7 ed il 9 chilometro, in maniera decisa. Non soffro più di tanto. Nonostante la frequenza cardiaca si stabilisca pericolosamente in alto (circa 170bpm) non mi sembra di avere il fiatone e con il favore di una lieve discesa inanello alcuni chilometri sotto i 4'.30", per poi tornare a rallentare a prima dell'arrivo al mare.

Comincia a piovigginare,sento la voce dello speaker che incita glia atleti che passano il traguardo, una volta scollinata l'ennesima salita vedo la finish line lì, vicinissima. Mi avevano spiegato che questo fatto poteva darti qualche problema psicologico in un momento difficile come il 17^ chilometro, quindi resisto alla tentazione di rilassarmi e anzi, una scarica di adrenalina mi mette il turbo e ridiscendo sotto i 4':30". Vedo dalla parte opposta del lungomare ostiense delle facce sofferenti e penso che invece io mi sento bene e forse potrei anche accelerare negli ultimi due split. Una volta girata la curva e imboccato il rettilineo finale ho capito la causa di tanta sofferenza: un vento forte, che prima avevo a favore, lanciava le gocce di pioggia contro il viso come proiettili. La velocità cala ed i battiti salgono. Arriverò a chiudere questa bella gara in 1h.38'.01", un tempo decisamente incolore ma che mi lascia qualche speranza per il futuro.

Una volta asciugato e rifocillato ho aspettato Denis, che per la cronaca ha finito in 1.43 e spicci, a bordo del nostro pullman che ci ha poi accompagnato all'albergo per una doccia calda e rigenerante prima di affrontare il faticoso viaggio di rientro durato 6 interminabili ore.

Ringrazio tutti i nuovi amici podisti conosciuti in questo frangente, alcuni davvero fortissimi Un pensiero particolare a Giancarlo (organizzatore) e Lino (autista) ma soprattutto all'impareggiabile Denis (ZZizzagna) che ha reso, come di consueto, questo avventura romana un momento di festa e di goliardico convitto.