Il giorno del "giudizio".
Usiamo GIUDIZIO e lo usiamo in tutte le
sue accezioni, per descrivere l'evento di cui siamo stati protagonisti la scorsa
domenica 14 dicembre.
Il giudizio sull'organizzazione
non può che essere ottimo. Quest'anno l'impeccabile macchina messa in piedi
dalla tricolore sport marathon e dai suoi volontari si è ulteriormente
migliorata, aggiungendo a tutte le memorabili cose viste lo scorso anno (leggasi
medaglia stile Beijin 2008, ristori abbondanti, spugne calde, fredde e asciutte
ed un morbido asciugamano sulle spalle all'arrivo), ha aggiunto, dicevamo, anche
la possibilità di cambiarsi al cado del palazzetto dello sport su delle comode
gradinate.
Ha avuto "giudizio" anche Giove
Pluvio che ha opportunamente interrotto settimane di diluvio per permetterci di
correre per quattro ore all'asciutto nell'atmosfera irreale e quasi magica della
campagna reggiana avvolta da una lieve coltre di nebbia che azzerava rumori e
distanze.
Giudizio, hanno dimostrato
Cristiano e Paolo che hanno trattenuto l'entusiasmo iniziale ed hanno ragionato
ogni chilometro con ben chiaro in testa il loro preciso obiettivo puntualmente
raggiunto. Entrambi sotto i propri personal best ed una una chiusura di 2008 in
grande spolvero in particolare per l'amico Paolo.
Un giudizio è stato emesso anche
sulla preparazione di Gianluca e Michele. Partiti guardinghi, cosa che più che
usuale per Michele ma assolutamente inedita per Gianluca. La dura sentenza ha
"premiato" i duri allenamenti e l'insolita parsimonia di Gian, portandolo a
chiudere con il miglior tempo del gruppo, ma allo stesso modo ha "punito" il
bravo "Mec" che, pur sapendo di difettare di preparazione sulla distanza non si
è risparmiato sulle gambe sino al trentesimo kilometro, quando un interruttore
nella sua testa è scattato in posizione di off.
Ottimo il giudizio sull'ormai
inseparabile Denis. Generoso come al solito ha corso praticamente con tutti noi.
L'inizio con Michele e Gianluca poi fino al trentesimo con me ed Alessandro (un
simpaticissimo amico di Fratta Polesine). Ha incitato ed aspettato Michele, ha
raccolto i cocci di Alessandro al 40°, ha stimolato Cristiano per poi chiudere
sotto le 4 ore un po' demotivato ma fresco e riposato.
Giudiziosa la mia condotta di
gara: mai in affanno, sempre concentrato e con un'andatura tenuta costantemente
un gradino al di sotto di quello che mi sentivo in grado di dare. Mi sono
trovato alla mezza maratona senza accorgermi di nulla chiacchierando con Denis
ed Alessandro e raccontando a quest'ultimo, che ascoltava stupito, tutte le
nostre vicissitudini podistiche. Ho rallentato lievemente nel tratto per me
psicologicamente più difficile dai 25 ai 35 km, all'interno del quale ho
lasciato Denis per agganciarmi poi ad un simpatico podista di Città di Castello
che, distraendomi dal pensare ai dolori alle gambe, mi ha incitato a non mollare
e a soprassedere alle prime avvisaglie di crampi che già sentivo crescere ai
polpacci. Ho lasciato anche lui, fermo al ristoro del quarantesimo spinto,
questa volta, per gli ultimi due chilometri da un gruppo di ragazze che
gridavano il mio nome, scritto dietro la maglietta, invitandomi a non fermarmi e
a tirarle sino al traguardo.
Infine, esprimo tutta la mia
gratitudine al gruppo di amici con cui affronto ogni volta queste mie avventure.
Sono loro che rendono queste trasferte,dalle più lunghe che comprendono
levatacce e disagi, alle più più corte che ci portano a correre sotto casa, una
festa, un momento di benessere psicologico che va oltre ogni terapia anti
stress. Grazie ai simpatici sfottò, ai tormentoni alla Zelig, ai grandi gesti di
amicizia piuttosto che alle piccole lotte intestine, grazie a tutto questo e a
molto altro di inesprimibile che da tre anni mi infilo le scarpe da corsa e
comincio a mettere un piede davanti all'altro trasformandomi da semplice uomo a
... runner.